Due universitari stranieri su tre dicono di non aver incontrato ostacoli nella vita da studente a Milano. Per gli altri, le insidie maggiori sono lalto costo dellaffitto, il carovita e, soprattutto, la difficoltà a trovare un posto letto. Problema, questultimo, avvertito in misura maggiore rispetto ai colleghi italiani. A spiegare come gli universitari vedono Milano è il sondaggio che la Camera di commercio ha svolto tra 216 studenti (186 italiani, il resto stranieri) impegnati in quattro atenei (Statale, Politecnico, Bocconi e Cattolica). Il problema maggiore, per entrambi i gruppi, è legato allalloggio. Rispetto ai colleghi italiani, gli studenti degli altri Paesi si lamentano di più per la carenza di posti letto e meno per il caro vita, notano maggiori differenze nello stile di studio. E a trovare meno ospitale la città sono le donne. «Milano ha bisogno degli studenti stranieri che spesso, per la carenza di alloggi e servizi, scelgono di andare in altre università europee», spiega Giulio Ballio, rettore del Politecnico.
Per questo la Camera di commercio ha firmato ieri un accordo con i rettori dei tre atenei cittadini (Bocconi, Cattolica e Politecnico) che consentirà a 20 ragazzi stranieri di studiare a Milano. Arriveranno dai Paesi del Mediterraneo, dallEst europeo, dallAsia e dallAmerica Latina; laccordo è stato rinnovato per il terzo anno di fila. «Dove sono finiti i giovani che abbiamo aiutato finora? La maggior parte è rientrata in patria, qualcuno lavora in Italia», ricorda Andrea Chevallar, segretario generale della Camera di commercio. «Dopo un'esperienza del genere sono appetibili anche per le nostre aziende che lavorano in quelle aree», aggiunge Angelo Provasoli, rettore della Bocconi. «Il progetto - aggiunge Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica - si dirige per questo a giovani di alto livello che qui compiranno studi specialistici, compresi master e dottorati». A loro una borsa di studio che comprende lalloggio gratuito negli studentati e una somma di denaro per vivere.
«Per chi lha già vissuta è stata unesperienza positiva», dicono Provasoli e Ornaghi. «Le università di Milano restano attrattive - aggiunge Ballio -. Ma la città deve diventare più accogliente». Qualche segnale positivo cè.
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