Un'"opera" perfetta grazie al direttore d'orchestra: Luca Beatrice

Sei stato bravo Luca. Davvero. A scegliere e poi a tenere a bada cinque super curatori così diversi e dalla personalità strabordante, ma mai come la tua; a far tracciare infiniti percorsi, ma dentro una visione precisa

Un'"opera" perfetta grazie al direttore d'orchestra: Luca Beatrice
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E così, al Palazzo Esposizioni di Roma, la città più contemporanea che esista, va in scena l'arte Fantastica del nuovo secolo. È da qui, dalla Quadriennale 2025, la diciottesima della sua storia, la mostra delle eccellenze creative nell'Italia contemporanea, che passa tutto ciò che sta succedendo, e che succederà a breve, nel mondo dell'arte. Esempi. Uno: come vede se stesso l'artista, e come vede gli altri. Due: cos'è l'artista nella sua individualità e nella sua indipendenza. Tre: come un gruppo di più artisti, tutti diversi, può creare un'opera collettiva che li esalti e li completi. Quattro: cos'è la rappresentazione al tempo delle immagini digitali, tra visibile/invisibile, presenza/assenza, inganno/realtà. Cinque: coma l'arte rappresenta il corpo, umano, animale o meccanico che sia. Cinque curatori, due architetti per il sontuoso allestimento dentro 2mila mq di esposizione, 54 artisti nati tra gli anni '60 e la fine dei '90 (e sedici under 35), quasi duecento opere tra pittura, scultura, video, fotografia e opere site-specific e innanzitutto, prima di tutti Luca Beatrice. Che questa mostra - diventato Presidente della Quadriennale nel marzo 2024 ha ideato, disegnato, orchestrato e avviato ma morto improvvisamente a gennaio scorso non ha potuto vedere. Ma oggi possiamo dire che è esattamente come l'aveva pensata. La Quadriennale 2025 è come lui. Intelligente, curiosa, che mette in connessione idee e visioni, così come lui metteva in relazione artisti e amici; divertente come lui sapeva divertirsi e divertirti, aperta a tutto e (particolare non scontato, oggi) senza stucchevoli inchini né stupidi dogmatismi. Tante idee, nessuna ideologia. Sei stato bravo Luca. Davvero. A scegliere e poi a tenere a bada cinque super curatori così diversi e dalla personalità strabordante, ma mai come la tua; a far tracciare infiniti percorsi, ma dentro una visione precisa; a trovare un perfetto equilibrio fra la pittura (che prediligevi) e tutto il resto, così come fra gli artisti affermati e i ragazzi emergenti, a cui hai sempre guardato con attenzione; e a impostare il progetto senza perdere tempo. Che poi infatti non hai avuto. Sì.

L'apertura della tua Quadriennale non è stata solo una giornata Fantastica. È stata una di quelle giornate che, aspettata da tempo, alla fine è arrivata. E, cosa che accade raramente, è stata anche più bella di come l'avevamo immaginata.

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