Su Catella i pm presentano ricorso

Urbanistica: la Procura va in Cassazione

Su Catella i pm presentano ricorso
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Un sistema di corruzione diffuso, che contrasterebbe con quanto affermato dal tribunale del Riesame nelle motivazioni della revoca dei domiciliari a Manfredi Catella (nella foto). La Procura prova, con questi spunti, la carta del ricorso in Cassazione e chiede di annullare la decisione di agosto che ha scarcerato il ceo di Coima, indagato nella maxi inchiesta sull'urbanistica.

Da quanto si è saputo, nell'atto depositato ieri i pm indicano come manifestamente illogiche le motivazioni dei giudici per omessa valutazione di una serie di prove, chiarendo che non sarebbe stata presa in adeguata considerazione la ipotizzata "corruzione sistemica e ambientale" che, insieme ai conflitti di interessi, animava la Commissione paesaggio del Comune. Per la Procura, il Riesame avrebbe valutato solo fatti singoli, parcellizzati e non il contesto generale.

Due settimane fa il collegio Ricciardi-Braggion-Cucciniello, liberando Catella, aveva ritenuto non fondati i presunti gravi indizi della corruzione elencati dai pm a carico del fondatore di Coima, assistito dagli avvocati Adriano Raffaelli e Francesco Mucciarelli. Alle stesse conclusioni il Riesame era arrivato su Alessandro Scandurra, architetto ex membro della Commissione e coindagato di Catella. In particolare l'argomentazione dei giudici era stata che nelle chat depositate non si "coglie alcun riferimento all'esistenza di un patto corruttivo, né si palesa alcuna sollecitazione da parte dei privati affinché Scandurra si adoperasse positivamente coltivando adeguatamente il loro interesse".

Nei giorni scorsi la Procura aveva già presentato ricorso alla Suprema Corte per chiedere di annullare (con rinvio sempre al Riesame) le ordinanze con cui, ancora una volta facendo cadere i gravi indizi sulla ipotizzata corruzione, erano stati revocati i domiciliari disposti dal gip Mattia Fiorentini appunto a Scandurra ed era stato annullato il carcere per il costruttore Andrea Bezziccheri, liberato anche lui ad agosto.

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