Urso raduna le colombe Fli per tenere a destra il partito

RomaMentre Fini perde ancora un pezzo, visto che la deputata Giulia Cosenza scioglie la riserva e annuncia il suo rientro nel Pdl, il moderato Urso benedice la seconda gamba del Fli. A palazzo Serlupi Crescenzi, sede della sua fondazione FareFuturo, di fatto è nata la corrente delle colombe finiane. Ieri, in via del Seminario, si è radunato all’ora di pranzo un centinaio di persone tra onorevoli, europarlamentari, consiglieri e coordinatori regionali, politologi e intellettuali. Ventisei gli eletti aderenti, tra cui figurano i senatori Mario Baldassarri, Barbara Contini, Candido De Angelis ed Egidio Digilio; gli europarlamentari Giovanni Collino, Cristiana Muscardini, Potito Salatto, Salvatore Tatarella; i deputati Donato Lamorte, Carmine Patarino, Francesco Proietti Cosimi, Enzo Raisi e Pippo Scalia. Aderenti al progetto anche i due senatori fuoriusciti dal Fli dopo il congresso di Milano, Giuseppe Menardi e Maurizio Saia.
L’associazione, la cui nascita ufficiale avverrà il 6 aprile, in coincidenza con l’inizio del processo sul caso Ruby, si chiamerà FareItalia, come già anticipato dal Giornale, e il logo ricalca quello di FareFuturo, con tanto di lettere maiuscole «F» e «I» in blu. La macchina ursiana accenderà i motori in funzione anti-Bocchino, l’uomo che dal punto di vista degli organigrammi è uscito vincitore dal contestatissimo congresso di Milano. Sebbene le colombe futuriste aderenti all’associazione escludano che il gruppo sia animato dall’essere «anti» qualcosa, di fatto cercheranno di mantenere la rotta a destra del Fli. «Un’iniziativa interessante per la costruzione di un nuovo centrodestra», spiega Andrea Ronchi. Insomma, lavoreranno per contenere la deriva falchista delle truppe di Gianfranco Fini.
I falchi minimizzano l’evento: «Urso? Una corrente di minoranza, nulla di più». Ma è evidente che la spaccatura c’è eccome e rischia di acuirsi nei prossimi mesi. Gli ursiani vorrebbero mantenere buoni rapporti col centrodestra, discutere senza pregiudiziali sui prossimi provvedimenti che il governo porterà in Aula - giustizia inclusa - mantenere la barra a destra nella scelta delle alleanze, tenere in piedi il bipolarismo, evitare di inseguire le sirene dell’antiberlusconismo. È chiaro che la gamba di FareItalia cercherà di far camminare il Fli in una diversa direzione rispetto a quella prediletta da Bocchino e soci.
E il prossimo scontro, senza alcun dubbio, avverrà sulle indicazioni da dare al proprio elettorato sui referendum di giugno. Sui quesiti targati Di Pietro, infatti, le anime futuriste sono spaccate. C’è chi vorrebbe tanto sostenerli tutti, a prescindere dall’obiezione che così facendo si cancellerebbero norme che all’epoca furono votate e sostenute.

Granata, per esempio, ha già fatto sapere di voler votare contro i provvedimenti sull’acqua - seppur targati Ronchi -, sul nucleare e sul legittimo impedimento. I moderati, invece, vorrebbero dare indicazioni per il sì per tutti e tre i quesiti.

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