Urso si stacca dai falchi: "Voteremo la Moratti" In Futuro e Libertà scoppia la guerra su Milano

Il capoluogo lombardo verso le amministrative. Futuristi allo sbando sul candidato da sostenere. Pdl alle prese col caso Lassini: "Ritirarmi? Decidono gli elettori". Sono già oltre 500 le adesioni alla campagna promossa dal Giornale

Urso si stacca dai falchi: "Voteremo la Moratti" 
In Futuro e Libertà scoppia la guerra su Milano

MilanoContrordine compagni. Anzi no. O forse sì. I futuristi di Gianfranco Fini vanno in pezzi a ogni decisione da prendere. Spesso anche prima. Ieri è toccato al deputato Adolfo Urso fare un’affermazione di puro buonsenso e trovarsi il dissenso in casa. «Votare la Moratti al secondo turno? Sì, non ci vedrei niente di scandaloso - ha spiegato ai microfoni della Zanzara su Radio24 - Montanelli diceva che a volte bisogna turarsi il naso. In termini politici mi sembra più naturale per noi il sostegno al centrodestra, salvo casi eccezionali». Chi è di centrodestra dovrebbe votare per i candidati del centrodestra. Semplice. Logico. Ma non è così per il vicepresidente di Fli Italo Bocchino. «Tutti i contributi sono ben accetti - sottolinea acido replicando ad Urso - Ma a decidere saranno gli organi del partito. Dopo aver ascoltato i dirigenti locali e dopo un confronto con i nostri alleati del Terzo Polo». Una burocrazia che a confronto quella del Pcus sovietico era acqua fresca.
Ma, intanto, a Milano in cartellone c’è ancora il caso dell’avvocato Roberto Lassini. Ieri mattina un ultimo tentativo all’Ufficio elettorale del Comune, ma togliere il suo nome dalla lista dei candidati del Pdl al consiglio comunale non sarà proprio possibile. Per legge. E così il presidente dell’associazione «Dalla parte della democrazia» che si è assunto la responsabilità dei manifesti choc anti-pm («Toghe rosse, ingiustizia per tutti» e «Via le Br dalle Procure»), potrà comunque essere votato. Le dimissioni promesse con tanto di lettera a un notaio al coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani? «Penso - ha spiegato ieri al telegiornale La7 - che sarà una decisione di carattere politico che non dipende solo da me, ma bisognerà rispettare anche la volontà dei milanesi». E il Giornale che ha lanciato la campagna «Io voto Moratti e Lassini», ha già raccolto oltre 500 adesioni. «Lassini lo voterei anche in nome di Enzo Tortora - le parole del sottosegretario all’Attuazione del programma Daniela Santanchè - Perché la battaglia è la stessa, quella della giustizia. Perché sono contro l’ingiustizia, perché sono stufa di questi magistrati». Una posizione condivisa dai falchi del Pdl. E che, pur senza alcuna presa di posizione ufficiale, hanno l’appoggio del premier Silvio Berlusconi. Mentre Tiziana Maiolo, che ha aderito all’associazione di Lassini, conferma l’arrivo di «moltissime telefonate di solidarietà». Impegnato a «voltar pagina» lo staff di Letizia Moratti. Che nega qualsiasi attrito con Berlusconi. Un feeling testimoniato dall’annuncio che, dopo lo show di domenica scorsa al Teatro Nuovo con tanto di amarcord vecchia Milano e un paio di strofe da perfetto crooner in dialetto milanese, Berlusconi ha ieri confermato che tornerà in città il 7 maggio per chiudere una campagna elettorale nella quale ripete ai fedelissimi di voler mettere la faccia. Una manifestazione che per volontà del premier avrà valore nazionale per la presenza dei candidati delle altre città del Nord.

Appuntamento al Palasharp dove Giustizia e libertà a febbraio si trovò per chiedere (inutilmente) le sue dimissioni. Con Umberto Eco, Roberto Saviano e sul palco anche un ragazzino indottrinato all’abbisogna. Capace di attirare più critiche che consensi. Come molte delle ultime iniziative della sinistra.

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