L’incubo della strage alla base militare di Fort Hood - 13 soldati uccisi da un medico di origine palestinese appena venti giorni fa - è ancora vivo quando un altro agguato si consuma vicino alla base dell’Air Force McChord, nello Stato di Washington, non lontano da Seattle. Quattro agenti di polizia sono rimasti uccisi ieri - erano le 8.30 del mattino - dal fuoco di uno, forse due uomini, che hanno agito mentre i poliziotti si trovavano al tavolo di un «coffee-shop» e lavoravano al computer e a documenti cartacei prima di prendere servizio. «Si è trattato di una imboscata», ha detto il portavoce dell’ufficio dello sceriffo della Pierce County Ed Troyer. Non si tratta insomma di una rapina finita male, ma di un atto premeditato. Il killer «voleva ucciderli».
Ora le autorità dicono che i due sospetti - un bianco e un nero - sono entrati nel locale e non hanno esitato a seminare il panico uccidendo immediatamente le vittime, tra cui anche una donna. Tutte le strade intorno alla base sono state immediatamente bloccate e lo sceriffo ha fissato ora una ricompensa da 10mila dollari per chiunque fornisca informazioni utili all’arresto degli assassini.
«I quattro poliziotti qui erano conosciuti da tutti. Non abbiamo informazioni sul perché possa esser successo», ha detto Troyer. Al momento della sparatoria si trovavano nel coffee-shop due baristi e alcuni clienti. «Tutti illesi, ma comprensibilmente sotto choc», ha aggiunto lo sceriffo Troyer: «È stata una carneficina, una scena che sembrava uscita da un film dell’orrore».
La nuova strage si consuma a poco più di venti giorni dall’attacco di Fort Hood, che è ancora costellato di dubbi sul movente del killer, Nidal Hasan, che pare avesse legami con i terroristi di Al Qaida, a cominciare dai rapporti con il leader spirituale della moschea Dar al-Hijrah, a Falls Church in Virginia, accusato di esser legato all’estremismo islamico.
Il maggiore Hasan, che lavorava come psichiatra nella base americana, è entrato in azione il 5 novembre nel luogo dove lavorava da anni, in Texas. Prima di sparare all’impazzata e uccidere 13 persone, l’uomo avrebbe urlato «Allah è grande». Il killer è stato ferito ed è entrato in coma subito dopo l’agguato.
Le sue condizioni sono ora migliorate. Obama, che ha incontrato i soldati della base texana, ha promesso che per l’assassino non ci saranno sconti: «Risponderà alla giustizia in questo mondo e nell'altro». REst- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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