Usura, il fenomeno ora fa breccia nel cinema

I «cravattari» nuovi eroi negativi nel nuovo film di Stefano Calvagna

Una piaga sociale si sta espandendo a macchia d’olio, raggiungendo delle percentuali preoccupanti: l’usura miete, infatti, sempre più vittime. In Italia gli usurati sono cinquecentomila e nel Lazio il 28,5% dei commercianti sono tenuti «sotto schiaffo» dagli strozzini. Uomini e donne che non appartengono esclusivamente al mondo del commercio e dell’imprenditoria, cadono nel cappio dell’usura, entrando in una spirale da cui non sempre riescono a uscire, spinti dalla ricerca di prestiti con canali di credito non ufficiali e con tassi d’interesse alti, circa il trenta per cento al mese. Le operazioni antiusura - una è stata portata a termine con successo nella capitale la settimana scorsa dal nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza per un giro di affari pari a sedici milioni di euro - mirano a contrastare i cravattari che con le loro trappole illegali, ma illusorie, fanno cadere nella loro rete milioni di sciagurati.
Al fenomeno dell’usura, che inonda le pagine di cronaca, si è ispirato il regista Stefano Calvagna, che affronta il tema ispirandosi a un fatto realmente accaduto. «Il peso dell’aria», così si intitola il film, racconta la storia di una coppia che conduce una vita normale, dissanguata dall’usura. Laura e Carlo, interpretati da Brunella De Nardo e Giampiero Lisarelli, a causa del lavoro precario del marito, cadono nel vortice dell’usura e ne rimangono «soffocati».

Il film affronta una delle problematiche più gravi che la nostra società si trova a combattere ed evidenzia la crisi che avvolge e schiaccia tutte le persone che hanno a che fare con le organizzazioni degli usurai. Il regista Calvagna interpreta uno strozzino spregiudicato che utilizza i metodi più ignobili per riappropriarsi del denaro che aveva «prestato» al giovane protagonista della storia.

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