Treviso - Polemiche dopo l' inaugurazione di una nuova scuola primaria di Fanzolo di Vedelago (Treviso) per l'esecuzione del Và Pensiero al posto dell'inno di Mameli alla presenza del governatore Veneto, Luca Zaia. Un cambio di programma che, riporta La Tribuna, avrebbe fatto infuriare in particolar modo la direttrice dell'ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo che si sarebbe riservata di denunciare l'accaduto all'assessore regionale Elena Donazzan. Stando al programma l'inno di Mameli doveva essere cantato da un coro, ma una ventina di minuti prima del taglio del nastro il portavoce del governatore l'avrebbe fatto sostituire con il Và Pensiero.
Ma il governatore, in una nota, sostiene che l'inaugurazione della scuola si è svolta come da programma, con l'inno d'Italia. Zaia vuole chiudere la polemica e precisa di non essere "intervenuto sul programma della manifestazione". "L'Inno di Mameli - ha rilevato - è stato regolarmente cantato dal coro al momento del taglio del nastro; credo che queste precisazioni siano utili per chiudere definitivamente una polemica che non aveva e non ha ragion d'essere".
Il Và pensiero è stato cantato alla fine dei discorsi ufficiali e della benedizione del parroco, prima del taglio del nastro per l'inaugurazione della nuove scuola di Fanzolo di Vedelago. Tre testimoni, sentiti dall'Ansa hanno confermato la progressione degli eventi della cerimonia nella quale, l'inno di Mameli è stato appunto eseguito solo quando il presidente veneto, Luca Zaia stava visitando il nuovo plesso scolastico. Secondo quanto si è appreso sarebbe stato invertito il programma ufficiale che prevedeva l'inno di Mameli al taglio del nastro e successivamente, a fine cerimonia, il Và Pensiero. Invece, ha riferito una testimone, due persone dello staff del presidente avrebbero fatto presente agli ammministratori e agli organizzatori che Zaia non avrebbe gradito l'inno nazionale nel clou dell'evento. Il giornalista de La Tribuna che ha sollevato il caso ha ribadito di aver sentito cantare solo il Và Pensiero, mentre un'altra testimone ha confermato che l'Inno di Mameli è stato eseguito dopo l'aria verdiana, quando le autorità erano già nella scuola per una visita, preceduti dal sindaco di Vedelago. Una versione questa confermata anche dal direttore del coro, La Polifonica di Salvarosa, chiamato dall'amministrazione di Vedelago per la manifestazione. "L'applauso al termine dell'Inno di Mameli ci è stato fatto dai pochi rimasti, tra cui non ho visto il presidente Zaia". A raccontarlo all'ANSA è Marco Titotto, il direttore del coro Polifonico di Salvarosa, 60 appassionati di canto cooptati per la cerimonia d'inaugurazione della nuova scuola primaria di Fanzolo di Vedelago. Titotto riferisce che ai canti di un gruppo di bambini sono seguiti i discorsi pubblici, tra cui quello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "Al termine - ha aggiunto - abbiamo cantato il Và Pensiero come ci avevano detto. Finita l' esecuzione, il Governatore, il sindaco e le altre autorità si sono incamminate verso la scuola dove c'é stato poi il taglio del nastro". "Dalla posizione in cui ci trovavamo noi - spiega infine Titotto - vedevamo poco. Ho solo intravisto la coda finale del gruppo di persone che era già entrata per visitare la scuola. A quel punto ho dato il là per l'Inno nazionale, ricevendo alla fine un applauso solo da quelli che erano rimasti fuori".
"L'inno è stato regolarmente cantato al taglio del nastro", precisa. Ma testimoni raccontano che non Fratelli d'Italia ma 'Va' pensierò è stato cantato davanti a tutte le autorità prima della benedizione del parroco e del taglio del nastro. E l'inno di Mameli? Dopo: quando Zaia stava già visitando il nuovo plesso scolastico e la cerimonia era sostanzialmente finita. "L'applauso al termine dell'Inno di Mameli è stato fatto dai pochi rimasti, tra cui non ho visto il presidente Zaia", racconta il direttore del coro.
Nemmeno il deputato del Pdl Fabio Gava, che a quella cerimonia c'era, ha sentito eseguire l'inno, e per questo chiede chiarimenti al governatore, come fa anche il senatore Lucio Malan. Il Pdl è duro. Si scandalizza La Russa: "Non mi sembra possibile, anche perché il 'Va pensiero' è ancora più patriottico dell'Inno di Mameli, e dunque sarebbe contraddittorio per un leghista. Comunque, se fosse vero, sarebbe grave, perché non spetta a un governatore far sostituire l'inno italiano". E il titolare delle Politiche comunitarie Andrea Ronchi: "Aver deciso che l'Inno di Mameli fosse suonato senza la presenza delle autorità è un oltraggio alla nazione italiana", tuona aggiungendo: "La Lega é certamente un alleato importante. Ma si sappia che sul concetto di unità nazionale, dall'inno d'Italia al federalismo, non faremo sconti a nessuno".
Di "atteggiamento semplicemente distruttivo" parla Guido Crosetto e dall'Udc Antonio De Poli invita Zaia a "vergognarsi". Sempre dall'opposizione, Donadi dell'Idv chiede al governo di "condannare" l'operato del governatore veneto, la capogruppo Pd in Regione Laura Puppato invita Zaia a "rispettare leggi e regolamenti"; e caustico è il sindaco Pd di Padova, Flavio Zanonato: "Il governo leghista non ci dà i soldi e fa suonare il Và pensiero. Cercano di distrarre l'attenzione dai fatti che interessano la gente".
Anche Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo attacca Zaia. Il periodico on line promette "un mese senza criticare la Lega. Ci toccherebbe - viene spiegato - ripetere sempre le stesse cose, ricordare i principi fondamentali della nostra Repubblica, qualche nozione di diritto internazionale, un po' di solidarietà e carità cristiana. E poi perché non conviene prestarsi al gioco. Ma soprattutto perché mentre la Lega si occupa di rassicurare il suo elettorato a suon di proclami, noi vorremmo tifare la nostra Nazionale in santa pace, dato che la loro ha già giocato. "L'ultima di queste sparate (trita e ritrita) - continua l'articolo - arriva da Zaia: niente 'Fratelli d'Italià, meglio il 'Va' pensierò. E la penultima, qualche giorno fa, arrivava dal Piemonte governato dal giovane Cota: assumiamo professori e supplenti che siano solo 'del territorio'. Qualche reazione, qualche sussulto, un po' di indignazione, le solite repliche puntute leghiste e, per ora, basta. Ma tra lezioni di dialetto, esami di cultura locale, graduatorie regionali (che a dire il vero sono state proposte anche, più o meno velatamente, da alcuni esponenti del Pdl), inni mancanti e tricolori usati per altri fini, queste nuove "sparate" pare di averle sentite già mille volte. E hanno buone probabilità di fare la stessa fine. Nel nulla".
"Non so come siano davvero andate le cose ma, per favore, piantiamola di guardare il dito per non
vedere la Luna. Realizziamo il federalismo e poi, finalmente, si potrà ritornare a parlare di unità d'Italia, dopo di che, la questione degli inni verrà di conseguenza", dice invece il ministro Roberto Calderoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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