Dopo la tempesta sarà arrivata anche la quiete, ma poi è riscoppiata subito la tempesta. Riflettori puntati su Ballarò dove martedì sera per poco non è andata in onda la rissa. Oddio, la rissa cè stata ma per fortuna solo a parole. Anzi, a parolacce. Protagonista Nichi Vendola (nella foto), il colorito governatore rosso della Puglia che ha attaccato con una certa violenza verbale il capogruppo dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri. Sullo sfondo cera il caso Mills e il diverbio è nato quando Gasparri ha tirato in ballo, per analogia con lattualità, il frangente di un assessore di Vendola.
A quel punto è scoppiata lira funesta del leader di Sinistra e libertà, recente transfuga da Rifondazione dopo un litigio con il segretario Paolo Ferrero. A Vendola è partito un «vaffa» in diretta che ieri ha spiegato. «Si è trattato di un motto di stizza per reazione allatteggiamento di Gasparri che utilizza le parole come corpi contundenti. Il mio assessore si è dimesso unora dopo lindiscrezione giornalistica che lo dava come indagato». Insomma, a suo modo, ha chiesto scusa e lincidente diplomatico sembrava chiuso lì. Ma la notte ha portato consiglio, almeno a Gasparri, e tutto è finito in tribunale.
«Vendola ha usato nei miei confronti durante la trasmissione, parolacce e turpiloqui. Avevo deciso di non replicare. Non lho fatto in diretta, né intendevo farlo dopo. Ma vedo che, gonfio e tronfio, torna sullargomento.
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