Cronaca locale

«Una valanga di emendamenti per il Bilancio»

Venti emendamenti all’assestamento di bilancio che sarà votato in aula oggi, ma è solo l’antipasto dell’ostruzionismo che l’opposizione si prepara a scatenare contro il bilancio di previsione 2006. L’obiettivo della maggioranza è di approvarlo entro la fine dell’anno. «Ma noi siamo decisi a impedirlo e presenteremo una valanga di emendamenti che renderà impossibile avere il sì del consiglio comunale entro dicembre» annuncia il capogruppo dei Ds, Emanuele Fiano. Il numero di emendamenti non è ancora chiaro, ma il capogruppo diessino giura di non voler «essere da meno dai colleghi che fanno l’opposizione in Provincia». E il riferimento è agli oltre tremila emendamenti con cui il Polo ha sommerso Filippo Penati.
Il consiglio comunale è convocato tutti i giorni per l’intero mese e l’intenzione è di procedere a oltranza, ma con le difficoltà a mantenere il numero legale l’ostruzionismo rischia di essere decisivo. Bloccare il bilancio vuol dire bloccare opere pubbliche e iniziative di solidarietà sociale, ma Fiano ne fa una questione di principio: «Vogliamo far approvare un bilancio che tenga conto dei tagli previsti dalla Finanziaria. È giusto che i cittadini si rendano conto di quel che vuole fare Tremonti». In realtà la Finanziaria non ha concluso il proprio iter in Parlamento e adeguarsi ai tagli prima che siano definitivi significherebbe prevedere riduzioni della spesa (quindi dei servizi ai cittadini) che potrebbero essere anche superiori a quelli richiesti: al momento di parla del 7,6 per cento sulla spesa dello scorso anno, ma è probabile una riduzione significativa.
Fiano fa i conti e si tratta di 50 milioni di euro, anche se in realtà il massimo che si potrebbe richiedere nella peggiore delle eventualità possibili. Inoltre l’assessore, Mario Talamona, ha assicurato in una sede ufficiale come la commissione Bilancio che in ogni caso sarà la giunta Albertini a fare l’assestamento necessario a inserire i tagli previsti dalla finanziaria.

La replica è secca: «Io non ci credo».

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