Sul tetto del mondo nei 200 metri cera stato Pietro Mennea. Vinse loro a Mosca 1980, con la rimonta perdifiato sul gallese Alan Wells, dopo che lanno prima stabilì il record di 1979 alle Universiadi di Città del Messico, grazie allaltura. Primato resistito per 17 anni, sino al 1932 di Michael Johnson ad Atlanta. «Bolt - racconta lavvocato di Barletta, 56 anni - ha stabilito due record straordinari, che può abbassare ulteriormente. Ormai corre solo contro se stesso, per anni non avrà avversari, questi tempi può attaccarli solo lui. Deve porsi obiettivi ambiziosi e può centrarli: 1920 sui 200 e 950 sui 100. Ha le potenzialità per grandi risultati anche nei 400».
Lallenatore di tutta la carriera di Mennea è stato il professor Carlo Vittori, che a 77 anni si è ritirato nella sua Ascoli Piceno. «Visto il primo - spiega -, mi aspettavo anche questo secondo primato. Questo signore poteva chiudere i 100 in 959, se non avesse rinunciato per gioire: aveva fatto 12 passi con le braccia alzate, raddrizzando il tronco in grande anticipo. Correndo seriamente i 200, ero convinto che avrebbe polverizzato il record di Johnson: nelle gambe ha un tempo intorno ai 1920». Bolt è il velocista più alto della storia, con il suo metro e 96, non però un caso unico. «Bob Hayes, vincitore a Tokyo 64, era uno e 89, sui 100 fece segnare il primo 10 netti elettronico, in una prima corsia bagnata dallacqua. A Messico 68 erano altissimi anche i due americani di colore sul podio con il pugno guantato: John Carlos (1 e 93) e Tommie Smith (uno e 94). Bolt ha questa andatura molto dinoccolata, facile: scivola sulla pista come una ruota, sembra una torre che va in discesa».
Questa è lOlimpiade dei giamaicani. «Hanno un enzima particolare, la miocinasi, ancora molto attivo, che in pratica raddoppia la potenza erogata dal muscolo, è come una benzina a più alto numero di ottani.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.