Valentini: «Il listino non si tocca, avrà 12 nomi»

Riparte la corsa contro il tempo per cambiare la legge elettorale. Ieri se ne è discusso in commissione, relatore il capogruppo del Pdl, Paolo Valentini. Giovedì prossimo ci sarà un’altra discussione e poi il passaggio in aula. L’accordo di maggioranza prevede qualche modifica. Come ricorda Valentini, «noi abbiamo proposto dodici fissi nel listino anziché sedici, di introdurre la rappresentanza di genere per avere una equa rappresentanza tra i sessi e la rappresentanza garantita per tutte le province, come previsto dallo Statuto. Non è previsto alcuno sbarramento, perché è ritenuto automatico grazie a questi meccanismi introdotti».
Un modo per garantire un numero minimo di donne candidate? «Ma anche per gli uomini - replica il capogruppo Pdl -. Bisogna assicurare che in ogni provincia ci sia un’equa rappresentanza tra i sessi. A Lecco, dove vengono eletti in due, potrebbero essere due donne o due uomini e non va bene!». Tra le altre novità l’abolizione della raccolta delle firme per i gruppi già presenti in consiglio regionale, come avviene alle europee.
Il Pd vorrebbe invece l’abolizione del listino e la diminuzione del premio di maggioranza e ha presentato da tempo una legge che va in questa direzione. «Quanti Pd ci sono e qual è la linea sulle leggi elettorali?» va all’attacco Valentini. «Mi sembra che il Pd ha le idee molto confuse, perché qui Filippo Penati, che tra l’altro ha un ruolo nazionale nel suo partito, propone l’abolizione listino e invece in Toscana hanno voluto liste bloccate dappertutto». La legge elettorale regionale toscana va direzione opposta: «Hanno abolito le preferenze! Tutte le liste, anche quelle sul proporzionale, sono bloccate. In Toscana è tutto deciso dai partiti. Dicono che faranno le primarie, ma è una garanzia in cui è difficile credere, molto più blanda di quella delle preferenze».
Valentini è convinto che le posizioni del Pd siano dettate da ragioni contingenti: «Sono in difficoltà e cercano di proporre meccanismi che non hanno riscontro nemmeno nella loro tradizione. Pensano di rimediare a una sconfitta certa, proponendo un’abolizione del listino, perché sanno che nella quota bloccata, legata al presidente che vince le elezioni, non potranno eleggere nemmeno un consigliere».
Nessuna norma per il caso Prosperini. «È una questione che andrà sul tavolo nazionale. Al di là della simpatia personale, non posso aggiungere altro».

Valentini, che ha sempre corso a Varese, questa volta non intende farlo: «Il Pdl dovrebbe eleggere due o tre candidati. Non corro certo sul territorio perché ci sono due o tre assessori uscenti già posizionati a Varese». Largo a Raffaele Cattaneo e Massimo Buscemi. Forse a Luca Ferrazzi. Per Valentini si profila un posto nel listino.

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