da Assen
Quattro giorni dopo il disastro - per Valentino Rossi - di Donington, il motomondiale è di nuovo in pista. Il calendario prevede il Gp d'Olanda, che per tradizione si corre al sabato e, tutto, quindi, viene anticipato di 24 ore. «Ma è positivo che ci sia subito un'altra gara, perché possiamo cercare di rifarci immediatamente» commenta Valentino, che ad Assen ha già vinto cinque volte. Ma il circuito è stato profondamente modificato nel 2006 e non è più selettivo ed entusiasmante come una volta e, soprattutto, Rossi fatica più che in passato, perché sulla sua strada c'è un Casey Stoner in forma straordinaria, con una Ducati gommata Bridgestone ormai vero riferimento. È così dall'inizio della stagione e in soli quattro giorni la situazione tecnica non può certa essere cambiata e l'unica novità che ci sarà sulla Yamaha di Rossi è la livrea, in onore della Nuova 500 che la Fiat presenterà ufficialmente mercoledì prossimo.
«A me piace» dice il campione senza troppa enfasi. Preferirebbe, naturalmente, avere un motore più potente o gomme più efficaci: Yamaha e Michelin stanno lavorando duro per accontentarlo ma, chiaramente, nemmeno due colossi di quel genere possono fare miracoli in così poco tempo. «Le sconfitte non vanno dimenticate - sottolinea giustamente -, ma analizzate per cercare di capire il motivo. A Donington, Edwards (il compagno di squadra, ndr) era più a posto di me in alcuni punti ma, soprattutto, siamo stati rallentati dalla mancanza di aderenza, perché le gomme non lavoravano. Qui ci aspettiamo più grip e utilizzeremo anche pneumatici più morbidi, che dovrebbero essere più adatti alle condizioni atmosferiche».
Come è successo in Gran Bretagna, anche in Olanda ci si aspetta un continuo alternarsi di sole e pioggia ed è proprio nelle situazioni intermedie che le Bridgestone sono più efficaci delle Michelin. Ma su una delle sue piste preferite, Rossi non può permettersi di perdere ulteriore terreno e deve cercare in tutti i modi di diminuire un distacco che dopo solo otto gare è già di 26 punti. «È chiaro che non bisogna farsi distanziare troppo, ma il campionato è lungo, c'è tempo per recuperare», ripete per la verità senza grande convinzione. In attesa di un aiuto tecnico da parte di Yamaha e Michelin, per ribaltare la situazione ci vuole il miglior Rossi, quello che quest'anno si è visto al Mugello, ma anche in Qatar, Cina e Barcellona, dove venne battuto più dal motore della Ducati che dalla bravura di Stoner. Un Valentino ben diverso da quello di Donington, dove è parso distratto e poco incisivo, tanto da prendere 10 secondi da Edwards, uno al quale, solitamente, Rossi rifila un secondo al giro. Un episodio che tale deve rimanere per impedire a Casey di prendere il volo.
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