La Valeri infermiera dell’anima

Alessandra Miccinesi

Nessuno meglio della signora Rosa riesce a comprendere Oscar - bambino di dieci anni leucemico allo stato terminale, arrabbiato col mondo e con la vita. L’anziana dama di carità che col suo camice color confetto, gomito a gomito con decine di sue colleghe assiste gli ammalati di un reparto pediatrico.
È lei, prontamente ribattezzata da Oscar «Mamma Rosa», che suggerisce al bambino di scrivere ogni sera una lettera a Dio. Ogni missiva corrisponde a 10 anni della vita del piccolo così che alla fine del carteggio Oscar avrà vissuto una vita intera. Dodici lettere per raccontare infanzia, adolescenza, maturità, matrimonio, lavoro, viaggi, malattie, guarigioni. Centoventi anni di una vita illuminata dallo fantasia e dalla fede. «Oscar e la Dama Rosa» è il titolo dello spettacolo diretto da Oliviero Corbetta che debutta oggi al Piccolo Jovinelli con scene e costumi di Nicola Rubertelli su musiche di Ottavio Sbragia. Nei panni di Mamma Rosa, dama di carità, ma anche madre, e nonna, e medico, e silenziosa confidente, e avida lettrice di verità c’è un'intensa Valeria Valeri. Dall’omonimo romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt, scrittore e drammaturgo francese noto per aver firmato il recente Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Oscar e la Dama Rosa è un testo lieve e profondo che fa parte di una trilogia sulle religione monoteiste. Il libro, come lo spettacolo del resto, non si preoccupa di fornire giudizi dogmatici o morali sulle delicate questioni esistenziali. Ma affronta il tema della malattia, della religione, e del senso della vita con una delicatezza e un tocco di raffinata poesia che scardinano l’impianto drammatico aprendo uno spiraglio alla commozione più profonda.
Dal testo piovono riflessioni intelligenti tese ad elevare il significato della vita al di là dei dolori e delle tragedie che spesso sfuggono alle maglie dell'umana comprensione. «Oscar apprende per caso della sua malattia - spiega il regista Corbetta - perciò chiede alla Dama Rosa cosa deve fare e lei gli propone il gioco di scrivere le lettere a Dio, per parlargli di tutto ciò che vuole».

Inizia così un periodo surreale della vita di Oscar in cui raccontare al Signore, con le parole che solo un bimbo può trovare già cucite sul suo cuore, la vita da adulto, le esperienze che purtroppo non potrà mai fare. Il bambino morirà con la serenità di questa amicizia con Dio e la Dama Rosa trascorrerà la sua vita piena di questa grande esperienza».
Repliche fino al 22 gennaio.

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