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Con «La valigia sul letto» la camorra fa ridere

RomaDa quando se n’è andato Massimo Troisi, il cinema parla poco in napoletano, dialetto con valore di lingua (come ben sapeva Eduardo De Filippo, capace di farsi capire anche a Londra, con la sua «tazzulella ’e café» formato esportazione). E adesso che arriva La valigia sul letto (da venerdì, in 150 copie, oltre metà delle quali distribuite al Centro-Sud), divertente commedia del teatrante Eduardo Tartaglia, viene anche il momento di rispolverare la classica comicità partenopea, condita da pasticcione guapperie camorristiche. Della camorra si può ridere, insomma, perché la banalità del male, stavolta, ha la faccia da schiaffi di Biagio Izzo, o «l’Antimo fuggente», tipico malvivente dei bassi, completo di iguana al guinzaglio e pitone sotto il letto (è nota la predilezione degli affiliati di camorra per le bestie esotiche). A inseguirlo per tutta Napoli, fotografata al suo meglio, tra Piazza del Plebiscito e scorci marini del celebre Golfo, s’industria un ispettore (Maurizio Casagrande), angustiato da beghe coniugali.
Tra il malvivente e l’uomo d’ordine s’inserisce Achille (Eduardo Tartaglia), uno dei tanti disoccupati di Partenope, pronto ad avvelenare un molosso, pur di ereditarne il posto di guardiano al cantiere di Piazza Municipio... Invano la sua convivente (Veronica Mazza, nella vita vera signora Tartaglia) s’arrangia con ogni sorta di lavoretto al nero: i due disgraziati, per una omonimia, finiranno nel programma di protezione, istituito per i familiari dei pentiti. Finalmente arriveranno una nuova casa, un nuovo lavoro e una nuova identità per gli inguaribili passaguai, che si arrabattano per sbarcare il lunario? Non è detto: secondo lo scetticismo tutto napoletano del folcloristico filmino, gli esami della vita grama non finiscono mai... «Il successo internazionale di Gomorra prova che la camorra è una drammatica realtà. Ma proprio nell’inscindibilità dell’elemento comico con l’elemento drammatico, risiede la geniale alchimia alla base della commedia all’italiana. Io cerco soltanto di raccattare quante più risate possibili», spiega Tartaglia, qui robustamente sponsorizzato dal ministero dei Beni culturali e dalla Regione Campania, oltre che da Medusa, distributrice della pellicola. «Cerchiamo di coprire le produzioni italiane a trecentosessanta gradi, investendo in piccole produzioni interessanti, a basso budget», dice l’amministratore delegato di Medusa, Giampaolo Letta, che scoprì l’estro di Tartaglia in un piccolo teatro di Avellino. Nel momento di massima crisi, per il settore cinematografico, c’è dunque bisogno di abbeverarsi alle piccole fonti locali. Tanto più che gli esiti precedenti del regista e attore furono lusinghieri (Ci sta un francese, un inglese e un napoletano nel 2008 totalizzò 850mila euro, con 30 copie solamente) e magari La valigia sul letto, con la sua spensierata coralità da Un posto al sole, fortunata sitcom tv dal timbro leggero, potrebbe ripetere l’exploit.
Né manca il tocco esotico a questa sceneggiata, che vede la praghese Alena Seredova nei panni d’una spietata killer dell’Est, pronta a impugnare la pistola al buio d’un cimitero, dove gli attori cercano l’eco di Totò, tra gag e giochi di parole (ma ’A livella è lontana assai).

«Ho recitato la parte della killer professionista, piccolo ruolo particolare, mentre ero al quinto mese di gravidanza. Essere incinta e provvedere a un’esecuzione: strano, ma divertente», commenta la Seredova, abbonata ai film dei Vanzina.

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