Roma - Gossip e fango. L’ultimo trend della politica italiana non sembra voler passar di moda rapidamente. Voci di scatti compromettenti, ipotesi di paparazzate ad alto tasso di imbarazzo. Ed ecco segnata la carriera di questo o quel politico, in piena trasversalità. L’effetto dirompente del fotoricatto ormai non ha quasi più bisogno dell’immagine. Basta evocarla per spaventare, o almeno per disegnare scenari di fantapolitica. Che sia la Vallettopoli bis milanese o lo strascico della vicenda del videoricatto a Marrazzo, non passa giorno senza che sulla graticola mediatica finisca nuova carne vip. E, appunto, conta poco che poi queste istantanee ci siano davvero o che vengano solo ipotizzate, raccontandone il presunto «ritiro», ovviamente oneroso, segno di un business che dev’essere davvero fiorente.
Persino svolte politiche, come la pace scoppiata nel Pdl tra Berlusconi e Fini, possono essere lette come frutto del lavoro degli otturatori. Lo scrive The Front Page, il blog di Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi. «Non sarà che Gianfranco Fini ha improvvisamente cambiato atteggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi perché... Perché gira anche qualche foterella che lo riguarda? Già in passato si era parlato di un servizio a luci rosse, ma la cosa era poi svanita nel nulla. Ora il rumor ha ripreso a circolare con insistenza, e in Transatlantico non si parla d’altro», scrive un collaboratore che si firma Poker Face. Poche ore dopo, sullo stesso blog, un altro contributo sul medesimo tema entra nel dettaglio, e racconta con chi il presidente della Camera sarebbe stato immortalato in pose sconvenienti. Sua moglie. «La scena - si legge nel post, firmato Trotz - si svolge a metà dello scorso ottobre. Nel suo ufficio di Roma, un noto esponente del centrodestra si siede alla scrivania. Poi prende un cd dal cassetto, lo estrae dalla custodia bianca e lo inserisce nel computer. L’uomo gira il monitor verso il suo interlocutore, di fronte a lui. Sul video scorre una sequenza fotografica. Sono Gianfranco Fini e la sua compagna Elisabetta Tulliani. Soli, in intimità, su un motoscafo. È la loro prima estate insieme. Alcuni scatti furono pubblicati da Novella 2000. Ma non tutti. La sequenza completa non è mai uscita. Nelle foto, l’intimità del presidente della Camera e della Tulliani prende fuoco in un gioco hard, a malapena nascosto da un pareo. Le immagini sono inequivocabili. Sono queste le foto “imbarazzanti” di cui tutti, nel Palazzo, parlano insistentemente da qualche giorno?». Il bello è che Velardi e Rondolino, nella presentazione del blog, scrivono: «Siamo due vecchi arnesi della politica e della comunicazione; ne abbiamo viste tante e qualcuna l’abbiamo anche fatta. Quando ci siamo ritrovati, ci siamo chiesti come mai in Italia l’informazione politica sia diventata (quasi solo) pettegolezzo e propaganda». La risposta non è impossibile.
Non solo sul web corre il gossip avvelenato. È Repubblica a raccontare che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sarebbe protagonista di uno scatto con Eleonora Daniele, ex del Grande Fratello poi radicata in tv. La foto «compromettente», manco a dirlo, non c’è. Per farla sparire, scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, «sarebbe stata pagata una cifra ragguardevole». Alemanno, che la Daniele l’ha conosciuta per iniziative di promozione all’epoca in cui guidava il ministero per le Politiche agricole, taglia corto: «È una balla pazzesca». Ma intanto finisce nel calderone dei pettegolezzi.
Sul tema della «fotodemocrazia» si spende anche il consulente informatico Gioacchino Genchi, in un’intervista concessa a Klaus Davi diffusa su Youtube. Per lui, «i fotoricatti sono commissionati dai servizi segreti». Genchi dice di essersene accorto da un paio di indagini «che hanno evidenziato lo strettissimo rapporto che c’è tra questi soggetti e il mondo dell’informazione e contemporaneamente il mondo dei servizi». Insomma, gli scatti che incastrano politici e vip sono «un’attività che viene canalizzata attraverso un circuito informativo di persone che stanno all’interno delle istituzioni dello Stato». Corona e compagni altro non sono che «utili idioti di chi fa un gioco più grande di loro», chiosa Genchi.
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