IL VALORE DELL’UNITÀ

IL VALORE DELL’UNITÀ

Ogni volta che scrivo due righe a favore di Michele Scandroglio, c’è sempre qualche lettore che mi chiama o che manda lettere anonime, dicendo che il coordinatore regionale azzurro non è così bravo come lo dipingo. Ora, che Scandroglio non abbia un carattere sempre facile, che magari si impunti sbagliando su vicende trascurabili o che abbia pure lui i suoi difetti, mi sembra indubitabile. Ma non vorrei che alla freddezza nei suoi confronti contribuisca un po’ la sua immagine che, l’altra sera, nel corso di una cena conviviale a Recco, il cabarettista Roby Carletta ha definito da «Briatore di Forza Italia».
Ecco, Scandroglio è un po’ così. Tutto in cachemire, sempre elegantissimo, un po’ Gigi Rizzi versione 2007, un po’ esistenzialista, un po’ Diabolik. Però, attenti all’effetto Jessica Rabbit, perchè Michele non è così cattivo come lo dipingono. Anzi.
E proprio la cena dell’altra sera a Recco, i tradizionali auguri di Natale di Gigi Grillo, è la migliore immagine di come sta cambiando Forza Italia o Popolo delle libertà che dir si voglia. Perchè seduti ai vari tavoli c’erano personaggi che, fino a qualche anno fa, nemmeno si rivolgevano la parola o, peggio, si insultavano sui giornali. E proprio questo è il valore aggiunto del nuovo corso azzurro: sotterrare le asce di guerra, parlarsi, dirsi le cose in faccia, ma remare tutti insieme. E sentire Grillo ricostruire la Casa delle libertà a livello locale, mettendo mattoni dialettici sull’unità e su un’alleanza che non può morire in due giorni, dopo essere sopravvissuta per due lustri, è la più bella delle medicine possibili. Perchè quel popolo delle libertà, anche senza maiuscola, è nato e cresciuto in nome dell’unità e non sono certo le diverse posizioni, legittime, sulla legge elettorale, a far pensare che possa essere separato. Soprattutto, non si possono mandare al macero le amicizie e i rapporti personali.
Il bilancio è quindi assolutamente positivo e non solo per la focaccia al formaggio di Gianni e Franco della Focacceria della Manuelina, che già di per sè sarebbe un valore aggiunto sulla strada dell’unità. Ma, ribadisco, vedere seduti uno accanto all’altro Grillo e Vinai, Ottonello e Cassinelli, Boitano e i biasottiani di Franco Rocca, i neoconsiglieri comunali di Genova Matteo Campora e Stefano Balleari, valori aggiunti a Tursi, e poi mezzo gruppo consiliare in provincia guidato con il sorriso da Paolo Bianchini, o ancora le decine e decine di sindaci, consiglieri e semplici militanti delle Riviere, delle Valli e dell’Entroterra, belle facce e belle persone, che non chiedono niente se non di fare il bene dei loro paesi, è qualcosa che fa riconciliare con la politica. Alla faccia della casta e dei finti scandali costruiti in serie dagli indignati speciali in servizio permanente effettivo. E cavalcati anche da esponenti del centrodestra in Regione e in Comune con cariche istituzionali, sempre pronti a dare notizie a tutti tranne che al Giornale. Sostanzialmente perchè non lo leggono. E non sanno cosa si perdono.
Ma, per l’appunto, è il pelo nell’uovo.

Un uovo che parla di un partito e di una coalizione che, a livello ligure, non sembrano nemmeno lontani parenti di quelli litigiosissimi di solo pochi mesi fa. Ecco, credo che Scandroglio abbia qualche merito in questo.

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