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Vanessa, una stella tra miliardi di cinesi

È così piccola che sul tetto del mondo si fa quasi fatica a scorgerla. Così agile che - se potesse - in quei Cinque cerchi ci farebbe le piroette. Vanessa Ferrari, lo scricciolo che ha fatto parlare l’Italia di ginnastica dopo Chechi e Cassina, zompetta verso le Olimpiadi senza grancasse, dritta per la sua strada. Primo oro iridato per l’Italia ai mondiali (1ª nel concorso generale ad Aarhus 2006), tre ori alla coppa del mondo di Parigi, oro agli europei di Amsterdam nel concorso generale e nel corpo libero. Praticamente una minuscola fonderia di medaglie, questa 17enne tascabile chiamata a sfidare le mostruose cinesi padrone di casa. A Pechino la pressione sarà tanta e le avversarie avranno miliardi di occhi a spingerle. Una tensione che potrebbe però avvantaggiare le atlete europee, tra cui la farfalla Vanessa. Lei, dal canto suo, continua ad allenarsi, faticando come terra lombarda insegna. E se da qui ad agosto dovesse riuscire a correggere i piccoli difetti che ancora le costano qualche errore di troppo alla sbarra e alle parallele, allora davvero la ginnastica italiana avrebbe trovato una principessa dopo tanti re. Un concentrato formato mignon di talento, costanza e stakanovismo. Insomma, ha tutte le qualità delle campionesse cinesi. A parte gli occhi a mandorla.

Anche se, in fondo, è più carina così com’è.

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