Roma - Da quando Scamarcio s’è fatto serio, girando con autori del calibro di Costa-Gavras (Verso l’Eden) e industriandosi come gay nelle Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, onde staccarsi di dosso l’etichetta di bello senz’anima, è Nicholas Vaporidis il nuovo incontrastato idolo delle ragazze. Con la faccetta a punta di chi ti bacia e ti lascia, l’attore greco-romano (madre capitolina, padre ateniese) centra il cuore femminile con Tutto l’amore del mondo (da venerdì, con 200 copie), film di viaggi e di amori dell’esordiente Riccardo Grandi, dove si realizza il «Sì. Viaggiare/evitando le buche più dure» della magnifica canzone Battisti-Mogol. C’è una banda di ragazzi, infatti (da Ana Caterina Murariu ad Alessandro Roja e a Myriam Catania), che gira per l’Europa apparentemente senza un vero perché, sebbene Nicholas-Matteo, capo dei turisti per caso, debba scrivere una guida sui luoghi romantici del Vecchio Continente. Di fatto, tra Londra, Barcellona, Loch Ness e Parigi, ha luogo un tour dei sentimenti, sulle tracce di posti e persone perduti. E nessuno dei coinvolti nel turbine nomadico tornerà a casa com’era. «Il nostro viaggio è intimo e personale. Girando, mi chiedevo: ma che cosa succede a mettere insieme persone diverse? Io, poi, qui faccio la parte di uno, che nell’amore ci spera, ma non vuole crederci», dice Nicholas, che s’è guadagnato sul campo la fama di rubacuori toccata e fuga, dopo le chiacchierate storie con le colleghe Cristiana Capotondi e Ilaria Spada, quest’ultima lasciata da poco. Ma Vaporidis ha già nel nome l’elemento della svaporata vaghezza, che tanto piace al gentil sesso, appresso a lui da quella Notte prima degli esami (2006), dove gli occhi levantini di lui bruciavano, divertendo. Di solito, le donne confessano di non resistere a chi le fa ridere e qui sta il bello di Nicholas: vince perché fugge, ma prima ti lascia una battuta, un sorriso, una cojonella, almeno. Rimanendo fedele al suo mandato di seduttore last minute, ha replicato con Notte prima degli esami, oggi e Questa notte è ancora nostra il successo cui deve la propria durata artistica. E anche la promozione a produttore (per ora, soltanto esecutivo), perché Tutto l’amore del mondo (ispirato a una pièce teatrale di Massimiliano Bruno) l’erede di Scamarcio se l’è interpretata e finanziata (esecutivamente: la produzione è Medusa). «Ho assistito a tutti i ciak. Ero sempre presente sul set, a fare squadra. È stato bello tenere sotto controllo trucchi, costumi, dialoghi. Abbiamo creato il nostro film, con la parola d’ordine: collaborazione. Ma mi spaventa l’idea che il destino del film si decida in tre giorni. Per fortuna, il cinema giovane c’è. E c’è chi ci crede», racconta il neo producer, che a Parigi s’è visto rubare tutto l’occorrente per girare. «Lì ho pensato: qua finisce il film. Oppure, ci inventiamo qualcosa. Alla fine, ha vinto la solidarietà di gruppo».
Il mestiere di produttore Vaporidis ce l’ha nel sangue, visto che il suo defunto nonno era direttore di produzione della Maura Film e portava con sé il nipote, cresciuto senza la presenza paterna. Ha pagato, poi, l’umiltà di Nicholas, che ha fatto pure l’autista di produzione per Vincenzo Salemme, sul set di Volesse il cielo. E il cielo ha voluto: adesso il giovane classe 1981 può anche filosofeggiare. «Il viaggio ti cambia la vita. E può migliorarti. Dopo i diciotto anni, per legge, tutti dovrebbero viaggiare», fa lui, che rivela le proprie preferenze. «Ai libri preferisco la coratella coi carciofi. Vabbè, magari leggo libri indiani, Shantaram, Zafòn...». È evidente che, nel ramo cultura, Nicholas non vuole specializzarsi: ha altro da fare.
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