Roma - «Abbiamo parlato con molta serenità e serietà. Abbiamo parlato anche della famiglia, nei termini che la Chiesa pone sempre con chiarezza. Si è parlato anche dei Dico, chiarendo le nostre rispettive posizioni». Il più spontaneo e loquace, ancora una volta, è lui, il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Benedetto XVI, al suo primo ricevimento per la celebrazione dei Patti Lateranensi. Premier e ministri scivolano via scansando la calca dei giornalisti, o si limitano a sorrisi e qualche frase di circostanza. Lui no, e pur rivelando poco o nulla dell’incontro a porte chiuse che lo ha visto prima confrontarsi a quattr’occhi con Romano Prodi e poi dialogare, affiancato dal cardinale Ruini e dai vertici della Segreteria di Stato, con il presidente Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, il vicepremier Rutelli e il ministro degli Esteri D’Alema, ammette che il tema scottante dei «Dico» è entrato nei colloqui bilaterali. E che anche in questa occasione formale – l’annuale ricevimento presso Villa Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede – il Vaticano non ha mancato di far sentire la sua voce in difesa della famiglia manifestando tutte le perplessità per il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e delle coppie gay.
Provocato da una domanda sui Dico, Bertone ha prima fatto una battuta, «Potrei rispondere... non dico», poi ha aggiunto: «Si è parlato anche di questo tema, chiarendo le rispettive posizioni». Per quanto riguarda la famiglia, il cardinale ha spiegato che si tratta di «una priorità per l’Italia. Abbiamo discusso anche di questo e delle provvidenze in favore soprattutto delle famiglie più numerose come, d’altronde, dice la stessa Costituzione all’articolo 31». Tra generali e porporati si aggira Clemente Mastella, che ribadisce il no al disegno di legge e la contrarietà a discuterlo prima alla Camera che al Senato, dove l’Udeur ha già preannunciato il suo no: «Se non ci saranno sgambetti ipocriti da parte di qualcuno, al Senato, sui Dico, non c’è la maggioranza». Mentre in un’intervista il leader di An Gianfranco Fini rincara la dose: «È inaccettabile che per garantire diritti individuali e togliere discriminazioni si dia vita a un matrimonio di serie B».
Che i rapporti tra governo e Chiesa stiano attraversando una fase molto delicata lo attesta anche l’inusuale nota con la quale Palazzo Chigi ha voluto presentare la sua versione sull’andamento dei colloqui, specificando che sulla famiglia «si sono precisate e chiarite in modo costruttivo le rispettive posizioni» e assicurando che «i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede sono usciti ulteriormente rafforzati». La nota dello staff di Prodi ha quindi ricordato che nel dialogo si è trovata «particolare sintonia sui temi relativi alla politica internazionale e soprattutto sulla necessità di moltiplicare gli sforzi e la collaborazione al fine di alimentare le politiche per la pace, in particolare in sede Onu e Ue e per affrontare i problemi dei Paesi meno sviluppati».
Era stato lo stesso cardinale Bertone a ricordare la situazione internazionale: «Abbiamo parlato non solo di problemi italiani, perché bisogna guardare anche ai problemi internazionali nei quali la Santa Sede è fortemente impegnata e l’Italia dà una mano. Pensiamo al Medio Oriente, al Libano, ai Paesi dell’America Latina, al problema dell’Africa. Anche il presidente della Repubblica si è mostrato molto preoccupato, soprattutto per le questioni riguardanti il Medio Oriente».
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