La consegna è quella del silenzio. Dopo la «bomba» delle intercettazioni telefoniche dalle quali emerge un giro di prostituzione maschile che ha coinvolto il nigeriano corista in San Pietro quale procacciatore di giovani per il numero due della Protezione civile, il gentiluomo di Sua Santità Angelo Balducci, nei sacri palazzi vaticani è palpabile limbarazzo. Molti cercano di minimizzare, la maggior parte degli inquilini della Curia, anche ad alti livelli, sono attoniti e si chiedono come sia potuto accadere. Cè la gara a far sapere di non aver mai sentito o incontrato Balducci, e chi lo conosceva cade dalle nuvole. «Certo confida un alto prelato al Giornale i fatti che stanno emergendo ci insegnano che sarebbe meglio tenere tutti una condotta più monastica e più attenta, perché anche senza volerlo, passando da una cena allaltra con questo o con quel personaggio, talvolta si rischia di sporcarsi anche senza saperlo».
La sera di mercoledì dal Vaticano era stata fatta filtrare la notizia dellestromissione di Balducci dallelenco dei gentiluomini, ma ieri altre fonti della Santa Sede hanno fatto sapere che prima di prendere una decisione al riguardo si attende «il giudizio definitivo della magistratura». Il presidente del Consiglio dei lavori pubblici si trova in carcere, e non potrà ovviamente essere convocato in occasione degli eventi più importanti che prevedono la presenza dei gentiluomini di Sua Santità, solitamente impiegati per accompagnare gli ospiti più illustri dal Pontefice. In futuro, quando i contorni dellinchiesta saranno più chiari, si provvederà, e in tanti sono pronti a scommettere che il nome di Angelo Balducci non comparirà più nellelenco dei gentiluomini sullAnnuario pontificio del 2011. Ma al momento non ci sono state revoche.
A fare notevole scalpore, nei sacri palazzi, sono stati i passaggi delle intercettazioni nei quali il nigeriano Thomas Ehiem Chinedu, corista della Cappella Giulia, il coro che interviene nelle cerimonie in San Pietro quando non celebra il Papa, parla con Balducci anche di un seminarista, lasciando intendere che anche in questi ambienti venissero reclutati giovani. «Speriamo che non sia vero, speriamo che ci siano altre spiegazioni - dice un altro vescovo della Santa Sede - perché il coinvolgimento di seminaristi è un fatto di una gravità inaudita: che cosa possono pensare o raccontare i giovani che vengono a Roma per studiare nei collegi religiosi e che si trovano coinvolti in storie simili?».
Il corista Chinedu è stato immediatamente allontanato, mentre per il numero due della Protezione civile non è stata presa ufficialmente alcuna decisione, anche se non si esclude che una comunicazione possa arrivare nelle prossime ore. Attualmente la nomina di gentiluomo di Sua Santità avviene attraverso un biglietto e una comunicazione della Segreteria di Stato. Balducci era stato nominato gentiluomo nel 1995. Consultore della Congregazione di Propaganda Fide dal 2001 a oggi, era stato per qualche tempo tenuto in disparte ma poi era stato nuovamente coinvolto dopo il cambio del cardinale Prefetto nel 2007.
A creare qualche preoccupazione Oltretevere è anche la scoperta della Procura di Firenze, che ha trovato assegni e contanti per un milione e mezzo nella disponibilità dellimprenditore Diego Anemone custoditi da don Evaldo Biasini, sacerdote di Roma. Una rete che sta facendo venire alla luce un sistema di favori e la creazione di società fittizie che fatturavano un decimo del lavoro svolto, lavorando anche per conto di enti ecclesiastici.
Il potere di Balducci, che in questi anni ha inserito tutte le principali manifestazioni religiose dai viaggi papali in Italia fino al quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino nellelenco dei «grandi eventi» seguiti dalla Protezione civile, era notevole, vista la fittissima rete di rapporti con personalità dOltretevere.
Quello dei gentiluomini di Sua Santità è un club più esclusivo del sacro collegio (i gentiluomini sono un numero inferiore dei cardinali: circa un centinaio, soltanto la metà dei quali effettivamente in servizio), che Paolo VI volle sottrarre allesclusivo controllo della nobiltà romana, affermando che vicino al Papa ci doveva essere chi aveva dei meriti che non fossero solo meriti di sangue.
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