Fumata bianca

Che farà monsignor Georg? Gli scenari dopo l'incontro col Papa

Jorge Mario Bergoglio ha ricevuto Georg Gänswein quasi due mesi dopo l'ultima volta. Sul suo futuro, pesano soprattutto le polemiche sul libro uscito. E un indizio arriva dalla Germania..

Che farà monsignor Georg? Gli scenari dopo l'incontro con il Papa

L'ultimo faccia a faccia tra i due c'era stato quasi due mesi fa, il 9 gennaio ed arrivava all'indomani delle furiose polemiche scaturite dall'uscita del libro Nient'altro che la verità (Piemme). Ieri mattina, Papa Francesco e monsignor Georg Gänswein si sono rivisti nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico. Sul tavolo c'è stato probabilmente il futuro del segretario particolare di Benedetto XVI che da ormai tre anni è stato de facto esautorato dall'incarico di prefetto della casa pontificia dopo l'esplosione dell'affaire Sarah.

L'intervista

Dopo l'esposizione mediatica nei giorni successivi alla morte di Benedetto XVI, monsignor Gänswein aveva azzerato le uscite pubbliche. Un silenzio rotto poche sere fa con l'intervista rilasciata su Rai Uno nel nuovo programma di Bruno Vespa, Cinque Minuti. È proprio in quest'occasione che l'arcivescovo tedesco aveva anticipato l'udienza concessa da Francesco ieri sera ed aveva fatto capire che sarebbe stata decisiva per la sua futura destinazione, ribadendo la sua lealtà e fedeltà a Francesco ma difendendo la sua scelta di dire la verità nel libro.

La memoria di Benedetto XVI

Dai funerali di Benedetto, monsignor Gänswein ha continuato a coltivare la memoria dell'uomo che lo volle al suo fianco già nel 1996, quando ricopriva l'incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

Lo ha fatto celebrando la messa nel primo mese dalla morte del Papa tedesco, nelle Grotte Vaticane dove ora riposa, il 31 gennaio 2023. Nell'omelia ha ricordato Ratzinger come "uno dei più grandi e influenti teologi di tutti i tempi approdato sulla cattedra di Pietro". Giovedì scorso il prefetto della casa pontificia ha celebrato un'altra messa sulla tomba di Benedetto XVI e ha letto ai fedeli presenti - tra cui le altre donne che hanno composto in questi anni la famiglia pontificia - il suo testamento spirituale.

Oltre a queste due occasioni, in questi mesi non sono stati pochi i pellegrini che, visitando la tomba sotto la Basilica di San Pietro, si sono imbattuti in Gänswein, nelle memores Domini e nella segretaria, suor Brigit Wansing, che hanno accompagnato la vita quotidiana di Benedetto XVI nel monastero Mater Ecclesiae. Specialmente di mattina presto, la famiglia pontificia ha continuato a recarsi nei pressi della tomba del penultimo Papa per recitare il rosario.

Il futuro

Non è scontato che Gänswein possa stabilirsi definitivamente nell'appartamento a Santa Marta che, come da lui rivelato in Nient'altro che la verità, gli assegnò Francesco nel 2018 dopo avergli negato la residenza al Palazzo Apostolico un tempo riservata a chi rivestiva il ruolo di prefetto della casa pontificia. Come anticipato su Rai Uno, l'arcivescovo tedesco si aspetta che la decisione sul suo futuro sia imminente. Sono in molti ad aspettarsi di vederlo lontano da Roma dopo 18 anni in Vaticano. All'indomani della morte di Benedetto XVI, lo scenario che veniva dato per più probabile era un incarico all'estero come nunzio apostolico in una delle quattordici sedi attualmente vacanti. Le polemiche scaturite all'uscita del libro, però, sembrano aver fatto crollare le quotazioni di questa ipotesi.

La possibilità di vederlo titolare di una qualche diocesi tedesca, invece, veniva considerata complicata per via dell'orientamento teologico e pastorale decisamente non in linea con la maggioranza dell'episcopato tedesco. Tuttavia, nelle ultime ore dalla Germania c'è chi comincia a ritenerla un'ipotesi non più così peregrina. Un indizio potrebbe essere rintracciato nel futuro viaggio di Gänswein, atteso in Baviera la prossima settimana. Proprio nella regione originaria di Ratzinger, si trova una delle due diocesi tedesche libere, quella di Bamberga, che attende un arcivescovo dallo scorso novembre, dopo le dimissioni di monsignor Ludwig Schick.

La destinazione Bamberga sembra più percorribile rispetto a quella dell'altra sede tedesca vacante, Paderborn, dove l'arcivescovo viene scelto dal capitolo della cattedrale da una terna fornita dal Papa e tratta a sua volta da un lista di nomi fatta in precedenza dal capitolo stesso. Un sistema, dovuto al Concordato con la Prussia che non c'è invece per la guida dell'arcidiocesi di Bamberga, su cui il Papa ha l'ultima parola in virtù del Concordato con la Baviera.

Nulla è scontato

Il futuro incarico di Gänswein - qualora dovesse arrivare davvero - non è affatto scontato. In questo decennio di pontificato, infatti, Francesco ha abituato tutti all'imprevedibilità delle sue decisioni. Con il segretario particolare di Benedetto XVI i rapporti non sono stati facili sin dall'inizio e dopo le polemiche per il libro scritto con Saverio Gaeta è difficile pensare che possano ristabilirsi in qualche modo. Le voci più critiche di questo pontificato non hanno più ricevuto alcun incarico dopo la rimozione dal loro precedente. È il caso del cardinale statunitense Raymond Leo Burke che è patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta soltanto formalmente dal 2017 senza più essere coinvolto nella vita dello Smom pur essendo all'epoca 69enne. Così il cardinale Gerhard Ludwig Müller che, terminato il mandato da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede a 69 anni, è rimasto a Roma senza alcun incarico.

Vedremo nelle prossime ore se il 66enne Gänswein andrà incontro a un prolungamento del pensionamento che dura di fatto dal 2020.

Intanto, ciò che si può notare dell'udienza al Palazzo Apostolico di ieri è che è stata di breve durata: prevista per le 9 di mattina, infatti, alle 9 e 30 era già terminata dal momento che in una fotografia scattata a quell'ora è ritratta l'udienza del Papa concessa al vescovo José Manuel Lorca e prevista in scaletta subito dopo quella di Gänswein.

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