Nella fede cattolica un ruolo di primo piano lo ha la Madonna. La Vergine Santa è vista dai fedeli come una Mamma celeste. E per noi essere umani cosa c’è più dolce di una madre amorevole che volge il suo benevolo sguardo sui propri figli? Chi ha fede, da lei si sente protetto in un abbraccio che allontana il male.
C’è però necessità di fare chiarezza sui "titoli" della Vergine. Nonostante l’importanza della figura della Madonna nel culto cattolico, Maria non può però essere messa sullo stesso piano di Cristo nell'opera di redenzione. Per questo per lei, tra i tanti "titoli", non può essere usato l'appellativo di "corredentrice". È quanto ha stabilito il Dicastero della Dottrina della Fede, con l'approvazione di Papa Leone XIV. Con questa decisione dovrebbe finire così una disputa teologica sulla figura e il ruolo della Madre di Cristo. Nel corso del tempo associazioni dell’area più conservatrice della Chiesa avevano fatto pervenire all’ex Sant’Uffizio richieste di nuovi dogmi. Ma ora la situazione dovrebbe cambiare.
"La maternità di Maria non pretende indebolire l'adorazione unica che si deve solo a Cristo, bensì stimolarla. Bisogna quindi evitare titoli ed espressioni riferiti a Maria che la presentino come una specie di 'parafulmine’ di fronte alla giustizia del Signore, come se Maria fosse un'alternativa necessaria all'insufficiente misericordia di Dio", si legge nel documento "Mater populi fidelis". "La devozione mariana, che la maternità di Maria suscita, è presentata qui - ha spiegato il cardinale Prefetto della Fede, Victor Manuel Fernandez nell'introduzione alla nota dottrinale - come un tesoro della Chiesa. Non si tratta di correggere la pietà del popolo fedele di Dio, che riscopre in Maria rifugio, forza, tenerezza e speranza, quanto soprattutto di valorizzarla, riconoscerne la bellezza e promuoverla".
Ma questa non può essere la premessa per mettere Maria sullo stesso piano di Cristo. Per questo c’è stata la decisione del Dicastero. "Considerata la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell'opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo di Corredentrice per definire la cooperazione di Maria. Questo titolo rischia di oscurare l'unica mediazione salvifica di Cristo e, pertanto, può generare confusione e squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana".
Il documento è sì stato approvato da Papa Leone XIV ad ottobre, ma in realtà era pronto da marzo quando era ancora vivo Bergoglio. Quest’ultimo si era espresso sempre nettamente contro questo titolo di "corredentrice". Joseph Ratzinger nel 1996, quando era Prefetto della Fede, affermò che questa era "una terminologia sbagliata".
San Giovanni Paolo II invece "lo utilizzò, almeno in sette occasioni, collegandolo soprattutto al valore salvifico del nostro dolore offerto accanto a quello di Cristo, a cui si unisce Maria soprattutto sotto la Croce", si legge infine nel documento.