"Noi andiamo avanti". I vescovi tedeschi sfidano ancora Roma

Al termine della Visita ad limina, la conferenza episcopale tedesca respinge le critiche della Curia. Ed è giallo sull'assenza del Papa all'incontro

"Noi andiamo avanti". I vescovi tedeschi sfidano ancora Roma
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Se non è stata una resa dei conti, poco ci è mancato. Quello andato in scena tra i vescovi tedeschi in Visita ad limina in Vaticano e la Curia romana preoccupata per la strada intrapresa dal Cammino Sinodale non è stato un confronto facile. In ballo c'è l'unità della Chiesa stessa e la fedeltà ai suoi insegnamenti di sempre.

Le visite ad limina Apostoloroum a Roma per incontrare il Papa e ricevere consigli sul governo delle Chiese locali rappresentano un obbligo canonico per tutti i vescovi della Chiesa cattolica. L'ultima volta della Conferenza Episcopale tedesca (Dbk) era stata nel 2015, quando il discusso Cammino Sinodale non era ancora iniziato. Nella settimana appena trascorsa, i 62 membri della Dbk hanno avuto modo di incontrare Francesco giovedì mattina al Palazzo Apostolico. Il faccia a faccia è stato piuttosto lungo, ma ha toccato temi generali come il ruolo dei laici nella Chiesa e l'attività pastorale in un mondo che cambia. Solo a margine è stata affrontata la questione più calda, quella del Cammino Sinodale tedesco che ha nella sua agenda cambiamenti radicali su morale sessuale, ruolo delle donne, celibato, partecipazione ai sacramenti e scelta dei vescovi.

Questo perché era in programma la presenza di Francesco all'ultimo incontro, previsto per venerdì mattina all'Istituto Augustinianum subito fuori le mura vaticane, dedicato specificamente al Cammino Sinodale tedesco e durante il quale era stato fissato un confronto con i capi dicastero della Curia. Ma, a sorpresa, Jorge Mario Bergoglio non si è presentato all'auditorium dell'università cattolica, mentre a confrontarsi sui temi più divisivi sono rimasti da una parte i vescovi tedeschi e dall'altra il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin con gli altri prefetti della Curia. Tra di loro c'era il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, titolare di quel Dicastero per la dottrina della fede da cui nel febbraio 2021 uscì il Responsum che ribadiva il niet di Roma alla benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Proprio questo è uno dei temi su cui la Chiesa tedesca è andata allo scontro con Oltretevere, non solo per la protesta di centinaia di sacerdoti che hanno disobbedito, ma soprattutto per un documento favorevole alle benedizioni approvato proprio nell'assemblea plenaria del percorso sinodale.

Lo scontro tra Curia e vescovi tedeschi

Nonostante venerdì mattina i capi dicastero abbiano espresso le loro preoccupazioni per i cambiamenti radicali che l'episcopato tedesco intende portare avanti nel Cammino Sinodale, il presidente della Conferenza, monsignor Georg Bätzing ha apertamente sfidato Roma dicendo in conferenza stampa che non toglierà "la possibilità di benedire quelle coppie omosessuali che chiedono la benedizione di Dio".

Non è stato questo l'unico dissidio. E che il confronto con la Curia abbia lasciato nodi irrisolti lo si poteva constatare dalla lettura del comunicato congiunto di Santa Sede e conferenza episcopale di Germania diffuso venerdì sera. Dalla nota, infatti, si è scoperto che i capi dicastero avrebbero addirittura provato a chiedere un'interruzione del Cammino Sinodale nella formula di una moratoria che però è stata respinta dai vescovi tedeschi.

A difendere l'unità della Chiesa universale sono stati soprattutto i cardinali Ladaria Ferrer e Marc Ouellet, prefetto del Dicastero per i vescovi, che hanno manifestato i loro dubbi sul merito e sul metodo delle proposte dalla Germania. I temi più divisivi si scorgono tra le righe del comunicato quando si parla di "strutture della Chiesa, ministero sacro e l'accesso ad esso, l’antropologia cristiana". Dunque la Curia deve aver respinto come non accettabili proposte come ordinazione femminile, abolizione del celibato, partecipazione dei laici nell'elezione dei vescovi. E Parolin ha fatto capire all'episcopato tedesco che al ritorno in Germania "non si potrà non tenere conto" dei rilievi avanzati a Roma dalla Curia.

E il Papa? Anche nel recente viaggio di ritorno dal Bahrain, Francesco aveva fatto capire che le spinte eccessive del Cammino Sinodale tedesco non sono di suo gradimento dicendo che in Germania c'è già "una grande e bella Chiesa evangelica" e che lui non ne vorrebbe un’altra ma la preferisce "cattolica, alla cattolica, in fratellanza con la evangelica". La sua mancata partecipazione al confronto sul percorso sinodale organizzato venerdì mattina non è stata al momento giustificata dal Vaticano.

Un'interpretazione l'ha data in conferenza stampa il presidente della conferenza episcopale tedesca, Bätzing, definendolo "un abile gesuita" che li ha "lasciati lottare tra fratelli".

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