
Hanno destato scalpore le immagini del turista che, completamente ubriaco, si è abbassato i pantaloni e ha urinato sull'altare della Confessione, proprio all'interno della basilica di San Pietro. Un gesto vergognoso, commesso di fronte ai numerosi fedeli che, loro malgrado, si sono ritrovati ad assistere all'ennesimo scempio.
Papa Leone XIV ha chiesto che venga effettuato un rito penitenziale riparatorio urgente, così da riportare purezza laddove è avvenuta una vera e propria profanazione. Un simile rito dovrebbe essere celebrato durante i giorni feriali, ma sembra che il Pontefice abbia insistito affinché la cerimonia venga officiata al più presto possibile. Sembra che la richiesta del papa sia arrivata durante un incontro tenutosi con l'arciprete della basilica, il cardinale Mauro Gambetti. Il rito di riparazione è infatti fondamentale per restituire ai fedeli il luogo sacro.
Le immagini, risalenti a venerdì scorso, sono davvero sconcertanti. Fonti vicine al papa hanno parlato di un Leone XIV decisamente costernato e addolorato. L'altare della Confessione si trova proprio sopra la tomba dell'apostolo Pietro, primo papa, dunque si tratta di un luogo importante. Solo il Pontefice può celebrare la messa da quella postazione. Sembra ci sia stato un dibattito piuttosto acceso fra Leone XIV e l'arciprete, perché Gambetti avrebbe indugiato, non provvedendo a celebrare subito il rito.
Purtroppo non si tratta della prima volta che la basilica subisce attacchi di questo genere. Nel 2023 un giovane salì, completamente svestito, sull'altare maggiore del luogo sacro, mentre lo scorso febbraio 2025 un esagitato romeno ha gettato a terra sei candelabri del medesimo altare. Nessuno, in questa circostanza, avrebbe provveduto a celebrare il rito. La cerimonia, prevista ogniqualvolta venga commesso un atto ingiurioso contro una chiesa cattolica, prevede diversi passaggi, a seconda della gravità dell'offesa.
Viene celebrata una messa, si intonano preghiere al Sacro Cuore di Gesù, canti e rosari. Vi è poi l'adorazione eucaristica.L'autore degli atti osceni si trova ancora in custodia presso gli uffici della Gendarmeria vaticana.