Fumata bianca

Benedizioni gay e celibato: i vescovi tedeschi pronti a spaccare la Chiesa

Il voto del cammino sinodale su benedizioni gay e celibato sacerdotale avvicina lo scisma. E Gänswein prende posizione

I vescovi tedeschi pronti a spaccare la Chiesa

Ormai la Chiesa tedesca sfida apertamente Roma e lo fa, paradossalmente, servendosi proprio dello strumento del Sinodo così caro al Papa. L'assemblea del cammino sinodale tedesco ha approvato a colpi di maggioranza due delle istanze più bollenti nell'agenda della Chiesa universale: la benedizione delle coppie omosessuali e la revisione dell'obbligo del celibato sacerdotale.

L'esito dell'assise di Francoforte fa apparire ancor più lontana la Germania dal 'suo' Papa, quel Joseph Ratzinger che da cardinale ricordò come "la Chiesa di Cristo non è un partito , non è un'associazione , non è un club: la sua struttura profonda e ineliminabile non è democratica ma sacramentale , dunque gerarchica". 176 voti a favore per i testo di compromesso - ma non troppo - sulle benedizioni arcobaleno e 205 per quello sulla revisione del celibato.

I paletti di Roma

La maggioranza dell'episcopato e del laicato tedesco, dunque, ha ignorato i paletti che la Santa Sede aveva imposto sia nella visita ad limina di novembre nella quale c'era stato anche un confronto con i capi dicastero, i cardinali Luis Francisco Ladaria Ferrer, Pietro Parolin e Marc Ouellet. Quest'ultimo, in particolare, aveva proposto una moratoria che avrebbe di fatto sospeso il cammino sinodale tedesco e che è stata respinta dai vescovi tedeschi in cambio di rassicurazioni sull'intenzione di evitare spaccature.

Rassicurazioni che, come si capiva anche dai toni di sfida utilizzati già in una conferenza stampa a Roma dal presidente della conferenza episcopale, monsignor Georg Bätzing, si sono rivelate inutili.

Proteste interne

Non tutta la Chiesa tedesca è compatta sulla linea indicata nei testi finali votati dall'assemblea di Francoforte. Un importante gesto di dissenso nei confronti del cammino sinodale è arrivato da quattro laiche cattoliche, le docenti di teologia Katharina Westerhorstmann e Marianne Schlosser, la filosofa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz e la giornalista Dorothea Schmidt che prima delle riunioni finali hanno annunciato di non voler più partecipare ai lavori accusando il sinodo di mettere "in dubbio le dottrine e le credenze cattoliche fondamentali". Un segnale significativo arrivato, peraltro, da due vincitrici del premio Ratzinger come la teologa Marianne Schlosser e la filosofa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz.

L'opposizione di Gänswein

Schlosser e Falkovitz non sono le uniche due figure legate in qualche modo a Benedetto XVI che hanno deciso di rompere con il cammino sinodale tedesco. All'indomani delle votazioni di Francoforte che hanno portato al via libera alle benedizioni delle coppie gay e alla revisione dell'obbligo di celibato ecclesiastico, infatti, si è schierato pubblicamente anche l'arcivescovo monsignor Georg Gänswein. Al giornale tedesco Die Tagespost, lo storico segretario di Ratzinger ha detto che "se il percorso sinodale continua a perseguire immutato gli obiettivi dichiarati la Chiesa cattolica romana in Germania dirà addio all’unità della Chiesa mondiale". Gänswein non ha nascosto la sua preoccupazione per quanto deciso dall'assemblea del cammino sinodale e per quello che potrebbe accadere nel caso in cui i vescovi e le organizzazioni laicali tedesche non intendessero fare marcia indietro. Questa posizione potrebbe rendergli più difficile l'arrivo alla sede, attualmente vacante, di Bamberga e dunque un eventuale ritorno in Germania per guidare una diocesi.

Delle paure sul sinodo tedesco, Gänswein ha parlato nel corso della presentazione del suo libro Nient'altro che la verità uscito ora anche nella versione tedesca. Nel cafe Luitpold di Monaco, l'arcivescovo tedesco ha ricevuto un'accoglienza trionfale ed ha avuto un bel da fare tra applausi e copie da firmare.

Nel corso di quest'incontro, il segretario di Benedetto XVI ha spiegato - come aveva fatto nei giorni precedenti a chi era riuscito a parlarci - che l'udienza della scorsa settimana con Francesco, contrariamente a quanto lui stesso si aspettava ed aveva annunciato anche nel nuovo programma Rai di Bruno Vespa, non è stata risolutiva perché il Papa gli ha detto di non aver ancora preso una decisione sul suo futuro incarico. A questo proposito, Gänswein avrebbe anche scherzato su chi gli prospettava un futuro da nunzio apostolico in qualche Paese lontano dell'Africa o dell'Asia.

Intanto, il monastero Mater Ecclesiae è stato sgomberato e Gänswein ha provveduto anche ad eseguire le disposizioni testamentarie di Benedetto XVI distruggendo le lettere personali che il Papa tedesco si scambiò con i genitori ed i fratelli.

Mentre la maggior parte dell'immensa biblioteca di Ratzinger è andata all'Institut Papst Benedikt XVI di Ratisbona fondato dal cardinale Gerhard Ludwig Müller.

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