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Vattimo: «Sto con i palestinesi anche se sono violenti con i gay»

Lei è famoso per aver coniato la teoria del «pensiero debole», che è una filosofia che pensa alla storia come emancipazione umana, come una progressiva riduzione della violenza e del dogmatismo. Perché, allora, ha firmato una petizione per bandire i rappresentanti di Israele dall'università?
«Beh, perché il "pensiero debole" prescrive una riduzione della violenza. Direi che in questo momento di violenza ce n'è molta».
La professoressa Santus le ha rivolto questa domanda provocatoria: «Cosa direbbe ai gay palestinesi costretti a emigrare in Israele per non subire violenze?».
«Cercherei di aiutarli ad emigrare, nel senso che non posso raddrizzare le gambe a tutti i cani. Tra la violenza che in questo momento mi sembra sia esercitata da Israele contro i palestinesi e la violenza che uno Stato approssimativo come lo Stato palestinese esercita contro i gay, devo scegliere quale violenza è la più scandalosa».
Quindi lei sta con lo Stato palestinese, anche se usa la violenza contro i gay.
«Sì, in questo momento sì. Lo Stato palestinese non mi ha mai consultato sulla questione dei gay, sennò gli avrei suggerito di...».
Insomma, fra i due mali sceglie lo Stato palestinese.
«Sì, scelgo il minore e mi schiero contro il peggiore».
Angelo Pezzana, che è il fondatore del Fuori! dice che «l'antisionismo è la forma concreta dell'antisemitismo moderno, tipico di una parte dell'estrema sinistra». Lei è antisemita?
«Ma figuriamoci se sono antisemita. Anzi, se qualcuno mi dà dell'antisemita lo querelo. Angelo Pezzana è uno che aveva fondato il Fronte Unito Omosessuale Rivoluzionario Italiano: ha perso per strada la "R" diventando Fronte Unito Omosessuale Reazionario Italiano. Allora tutto ciò che è di destra purtroppo gli va bene».
Sempre Pezzana le rimprovera di rincorrere i giovani e gli estremisti per sentirsi giovane. Cos'è un riferimento ai suoi amori?
«Non so, Pezzana è un po' bisbetico negli ultimi tempi e forse anche io lo sono diventato. Come dire: io non ho bisogno di rincorrere nessun giovane di quelli lì».
Però lei rincorre un giovane cubista. L'ha raccontato in un'intervista.
«Non lo rincorro, viene a trovarmi ogni tanto, ceniamo insieme».
Come mai ha raccontato questa storia?
«Ho raccontato questa storia perché mi sono reso conto che, non so, mi sono stufato un po' del perbenismo che domina in tanti circoli anche di sinistra».
Quanto l'ha aiutata essere gay nella sua carriera?
«Devo dire che certamente non mi ha danneggiato».
Ma esiste una lobby gay in Italia, come sostiene il ministro Buttiglione?
«A dire la verità non credo, nel senso che io non l'ho mai vista. Magari ci fosse. E magari mi aiuterebbe, visto che non sono membro di alcuna consorteria più potente. Se fosse potente questa lobby sarei contento che ci fosse. Anzi, invito tutti a organizzarsi. Ma temo che non ci sia».
Lei viene dall'Azione cattolica. A 17 anni lavorava per il Comitato civico, aiutava le vecchiette ad andare a votare al seggio e invitava a votare Dc...
«Sì, perché allora c'era la lotta contro il comunismo».
E come ci è finito poi a sinistra, addirittura con i Comunisti italiani?
«Beh, io come cattolico sono sempre stato cattocomunista; avevamo i nostri problemi con la gerarchia...».
La ricordano mentre distribuiva i volantini di fronte alla Fiat.
«Io sono stato perfino fermato davanti alla Fiat. Pajetta mi ha dato la tessera onoraria della Fgci sull'Unità il giorno dopo, perché facevo il picchettaggio».
Stava nel Pci o stava nell'Azione cattolica?
«No, stavo nell'Azione cattolica; io ero vicepresidente diocesano dell'Azione cattolica in quel momento».
E la fermarono per il volantinaggio?
«Ci fermarono e ci liberò l'Arcivescovo. Nel senso che ero con altri ragazzi di sinistra portati in Questura. Telefonata dell'Arcivescovo: “Sono tutti bravi ragazzi”. Poi tanti forse non lo erano».
Di Prodi, nel 2004, lei ha detto «Bisogna fare in modo che non vinca e va ridimensionato». La pensa ancora così?
«Anche questo forse l'ho detto in un contesto un po' ampio. Sono convinto che se vince il centrosinistra in Italia, noi tutti saremmo contenti, lo dichiaro anche qui, in questa sede; sarei contento davvero di avere un governo diverso da quello di centrodestra. Però dopo ho paura che la "sinistra sinistra" sparisca».
Ma dov'è la «sinistra sinistra», visto che lei ha dichiarato che anche «D'Alema è da rottamare»?
«Perché il partito forse andrebbe ancora meglio se non ci fosse l'influenza di D'Alema. Voglio dire: io poi da ultimo sono stato candidato nel Pdci, nel partito dei Comunisti italiani».
Di Bertinotti pure ha detto che «i peggiori sono: D'Alema, Violante e Bertinotti».
«Beh, Bertinotti non lo avrei messo lì se non fosse stato quando lui ha cominciato a fare il non violento».
Perché lei vuole, invece, essere violento?
«No, ma mi sembra un po' ipocrita questo discorso. Mentre Ferrara predica che senza guerra non c'è progresso, sostanzialmente, l'estrema sinistra dice “no, per carità, ma è la guerra...”. Cambiare le cose soltanto con dei motti o dei suggerimenti spirituali...».
Ma lei è comunista?
«Io adesso sono comunista. Sto scrivendo un libretto».
Lei il comunismo lo sogna.
«Lo sogno perché badate che il comunismo è quello che verrà necessariamente il giorno che ci accorgiamo che non possiamo essere dominati con i sistemi di controllo oggi disponibili da un piccolo gruppo di capitalisti. Semplicemente quello che Marx chiamava la rivolta dei proletari sarà la rivolta dei controllati, che saranno stufi che Bush sa tutto di noi e noi non sappiamo niente di lui. Comunismo significherà: Bush sa tutto di me e io so tutto di Bush. Benissimo. Molto meglio».
Andrea Marcenaro, a proposito della storia con il cubista, sul Foglio ha scritto «Come fa Vattimo a essere così disperato, simpatico, autoironico e passare il resto della giornata a fare il Marco Travaglio dei filosofi?». Cosa risponde? Si rispecchia?
«Tutto sommato fare il Marco Travaglio dei filosofi mi piacerebbe molto.

Sì, è vero che sono disperato nel senso che non mi aspetto moltissimo dalla storia perché tutto sommato, anche se faccio il comunista, so che farò l'opposizione vita natural durante».

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