Giovanni Porcella
Attilio Perotti ufficialmente non parla «capitemi, non ho nulla da dire», ma anche se si trova in autostrada riesce a confermare ai giornalisti che le prossime ore saranno decisive per il futuro suo e quello del Genoa. Insomma, il mister bresciano, ma genovese dadozione è ad un passo dal ritornare in rossoblù, al posto di Vavassori, dieci anni dopo la beffa di Ravenna.
Sono le 18.35 e si capisce che la svolta è dietro langolo. Eppure la sensazione al termine di una giornata frenetica e convulsa, inimmaginabile solo che tre settimane fa, è che Perotti non corresse da solo per la panchina del Grifone. Il presidente Enrico Preziosi e il direttore tecnico Angelo Fabiani sono stati a lungo in riunione a Cogliate ed hanno contattato Perotti, che ha posto le sue condizioni, ma anche altri allenatori, in cerca di una soluzione radicale per risolvere i guai di una squadra apparsa senza gioco e senza anima. Infatti il cellulare è squillato per primo a Claudio Onofri che in un primo momento ha tentennato, poi non ce lha fatta a dire di sì per i motivi che già anni fa gli avevano fatto lasciare il Genoa, ovvero le troppe pressioni che sentiva addosso. Onofri ha parlato a lungo già domenica sera con il presidente che gli ha manifestato lintenzione di sollevare dallincarico Vavassori dopo un mese e mezzo di pareggi e anche di una battuta darresto inaccettabile come quella di domenica scorsa a Busto Arsizio, ma ha rifiutato. Un «no grazie» confermato alle 10.
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