È il vecchio che avanza, il passato che si prende gioco del futuro. Perché vedere Emiliano Bonazzoli, 31enne mantovano di Asola, là in alto al vertice della classifica dei bomber della serie Bwin e scoprire che il 37enne Cristiano Doni, bandiera e monumento dellAtalanta, è capace ancora di uno-due letali, significa che il calcio riserva sempre sorprese inaspettate. Il dolce declivio di Bonazzoli che, dopo i fasti doriani, ha deciso di continuare ancora per un paio danni e chiudere la carriera in Calabria, ha subito in questo campionato un sussulto dorgoglio e di bravura. E se la Reggina è al terzo posto, dopo che nella passata stagione aveva addirittura sfiorato i playout, il merito principale è delle 9 reti del suo numero 61 che, proprio per suggellare le 700 partite in B del calabresi, ha voluto lasciare un segno pesante allo stadio Rocco, con una doppietta che ha spianato la strada al rotondo successo dei calabresi, il primo in assoluto a Trieste. Daccordo che in campo con lui cerano ben sette elementi del vivaio amaranto (complimenti al presidente Foti per la scelta lungimirante) e forse proprio questa novelle vogue ha dato a Bonazzoli lo spirito giusto per sentirsi meno vecchietto.
E arzillo sembra esserlo anche Doni che, squalificato contro il Novara, ha deciso di prendersi sulle spalle lAtalanta dopo la sconfitta infrasettimanale e, allinsegna del «non piangiamoci sopra», ha dato la scossa ai nerazzurri. E cosa poteva fare se non la cosa che gli riesce meglio? Certo fare gol e di reti Doni ieri allAscoli ne ha confezionate due, guarda caso proprio quelle che hanno permesso ai nerazzurri di vincere 2-1. Due reti facili facili, la seconda addirittura da poter fare a occhi chiusi a mezzo metro dalla fatidica linea di porta.
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