La vedova Derrick rivela: "Eutanasia a mio marito"

Horst Tappert aveva firmato il suo testamento biologico. I medici, su indicazione della moglie Ursula Frau, hanno rispettato l’atto scritto, eliminando le flebloclisi e staccando la spina per la respirazione artificiale

La vedova Derrick rivela: 
"Eutanasia a mio marito"

Berlino - Horst Tappert, l’interprete del poliziotto televisivo più famoso al mondo, l’ispettore Derrick, aveva firmato il suo testamento biologico. I medici, su indicazione della moglie Ursula Frau, hanno rispettato l’atto scritto, eliminando le flebloclisi e staccando la spina per la respirazione artificiale quando le sue condizioni sono diventate disperate. A rivelarlo, proprio nei giorni in cui in Italia i riflettori sono puntati sulla travagliata vicenda di Eluana Englaro, è Ursula Frau, vedova di Horst Tappert, che precisa: "Non è un caso di eutanasia. Semplicemente non bisogna infierire sul malato, e lasciare che la natura esegua il suo corso".

La confessione della vedova "L’ho lasciato morire - dichiara Ursula Frau - quando ho visto che le sue condizioni peggioravano di giorno in giorno, che non riusciva a parlare e che non aveva più percezione di nulla, e quando prendevo la sua mano non la sentiva, ho consegnato ai medici curanti il testamento biologico, che avevamo firmato insieme alcuni anni fa". Tappert, che si è spento all’età di 85 anni il 13 dicembre scorso, era malato di diabete in forma grave e il suo stato era andato peggiorando rapidamente negli ultimi anni, fino a costringerlo su una sedia a rotelle.

Gli ultimi momenti di vita "I medici hanno tentato di salvarlo fino all’ultimo - prosegue la vedova - mio marito amava la vita, ma voleva vivere in piena coscienza e dignità. Abbiamo dovuto constatare che ormai tutto era inutile e ho deciso di rispettare le sue volontà". La vedova teme, tuttavia, che adesso le sue rivelazioni possano far "scandalo": "Scateneranno un’ondata di proteste - aggiunge - Ma io non ho dubbi".

"Nessuno può essere costretto a sopravvivere in condizioni inumane - ha, quindi, concluso - ci sono pazienti che vengono tenuti in vita artificialmente. Grazie ai macchinari il cuore batte e i polmoni respirano, per anni e anni. È solo apparenza. Non bisogna rimanere vittime di una pratica crudele. Ho voluto che venisse risparmiata al mio Horst".

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