Le vedove di Gasperini usino meglio le lacrime

(...) Ieri mattina, al bar mi è capitato di sentire di tutto e di più. Soprattutto, come spesso accade in casa Genoa, dove fanno testo gli ultimi cinque minuti, nemmeno l’ultima partita, sono spuntate come funghi le vedove inconsolabili di Gasperini. Quelli che «Ah signora mia, quando c’era lui!», quelli che «se non avesse vinto il derby e se non avesse vinto con la Roma e se non avesse fatto decine di punti qua e là, Ballardini sarebbe già a Ravenna a coltivare l’orto», quelli che «Preziosi domenica richiamerà il Gasp, perchè è solo il Gasp che ha inventato il gioco del calcio. Altro che Spensley».
Affermazione, quest’ultima che, effettivamente, ha un fondo di verità. Uno che faceva giocare terzino il Marco Di Vaio che da tre anni consecutivi è uno dei migliori realizzatori italiani, uno che teneva in panchina Crespo, uno che non ha mai fatto giocare Acquafresca, uno che Boateng era meglio darlo al Milan perchè quel Domingo non era poi così male... Insomma, non prendiamocela con Acquafresca se poi ride dopo il gol. Il numero 9 del Cagliari segnava prima di arrivare a Genova, non ha segnato lo scorso anno, nè a Bergamo, nè a Genova (anche se in rossoblù ha una media di realizzazioni più significativa di quella di Toni), e ha ricominciato a segnare a Cagliari. Ovviamente, sarà un caso.
Niente da fare: i soloni dei bar genovesi hanno già decretato che è tutta colpa di Ballardini. Peggio, che se non fosse andato giovedì scorso a visitare la mostra degli impressionisti insieme a Carlo Regno e Stefano Melandri, il Genoa avrebbe spezzato le reni al Cagliari. E, quindi, niente rinnovo per il Balla.
Eppure, io continuo a pensare che uno che fa giocare bene la squadra (Cagliari escluso) è uno da tenere. Così come penso sia da tenere uno che ha il coraggio e l’onestà intellettuale di dire che i fischi sono stati giusti e che il Cagliari è stato superiore da tutti i punti di vista, anzichè prendersela con l’arbitro esordiente o con l’assenza di Kucka e di Veloso, come avrebbe fatto probabilmente il suo predecessore, magari lamentandosi con Preziosi per la prematura partenza di Zuculini, talento mai compreso a sufficienza.
Uno così, uno che dice «brutta partita e brutta prestazione» è uno da tenere ad ogni costo. Perchè è uno vero. Persino se gli piace l’arte, persino se parla di poesia, persino se dice: «Come fa a non piacerti Genova? La collina, il mare, le montagne, le persone che ci sono. Genova piace a tutto il mondo.

Quando uno allena il Genoa prova le emozioni che ho provato io quest’anno. Non si può non rimanere affascinati dai tifosi e profondamente grati alla città, ma soprattutto alla gente che non la sua passione ti sta vicino».
Ecco, io uno così non lo farei mai partire.

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