Veltroni chiede voti anche ai morti «residenti» all’estero

Lettere a pensionati defunti, a negozianti ormai senza negozio, a insegnanti già a riposo. Walter Veltroni non si ferma più con le figuracce. E visto che non gli bastano i voti dei morti, chiede i voti ai morti che non avevano il diritto di voto neppure da vivi. Succede ancora a Genova, dove la signora Maria Grazia D. trova nella posta una lettera indirizzata alla madre. Che non c’è più, naturalmente. Da cinque anni.
Ma fin qui sarebbe ormai la normalità per Veltroni. Il fatto è che la signora Maria Domenica, destinataria della missiva, neppure era residente in Italia. Quando è mancata era in Germania. Al massimo avrebbe dovuto ricevere le schede e il kit per il voto di italiano all’estero. Cosa che agli aggiornatissimi elenchi del Pd naturalmente sfugge. «Anch’io sono residente all’estero, voterei in Inghilterra - spiega la figlia -. Né io, né mia madre siamo mai stati sugli elenchi del telefono a Genova».
Quindi il Pd ha avuto accesso a banche dati diverse e contenenti dati sensibili che dovrebbero essere riservati.

La signora Maria Domenica, che non si faceva neppure chiamare con il suo nome, in Italia era «censita» solo per la pensione che percepiva. Un dettaglio che rafforza la tesi di chi ha già firmato esposti per violazione della privacy.

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