Veltroni: "Non abbiamo tagliato le tasse Ma la colpa è tutta di Forza Italia"

L'accusa del leader del Pd: "Se non si è potuto sin da subito abbassare le aliquote Irpef e aumentare i salari è per colpa di Forza Italia, che si è opposta al decreto milleproroghe". Ma non spiega perché il governo Prodi non l'ha fatto prima. La replica di Bondi: "Solo propaganda e mistificazione della realtà"

Veltroni: "Non abbiamo tagliato le tasse 
Ma la colpa è tutta di Forza Italia"

Roma - Se non si è potuto sin da subito abbassare le aliquote Irpef per gli stipendi medio-bassi e aumentare i salari è "per colpa di Forza Italia, che si è opposta". Lo dice il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, durante la registrazione di Tv7. Veltroni ricorda infatti che, durante la discussione in questi giorni in parlamento sul dl "Milleprogroghe", si era proposto un emendamento per aumentare i salari e determinare una riduzione delle detrazioni fiscali per i redditi medio-bassi. Ma, poiché si è a Camere sciolte, serviva l’unanimità all’interno del comitato dei 9. Cosa che non è avvenuta a causa del voto contrario di Forza Italia. Resta da capire, però, come mai questo provvedimento non sia stato adottato prima da Prodi, magari nell'ultima Finanziaria.

Bondi: "Solo propaganda" A stretto giro di posta arriva la replica del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi: "Conosco bene l’onorevole Veltroni ed ero certo che avrebbe rivelato la sua vera natura di uomo politico aduso alla propaganda, alle mistificazioni della realtà e alla polemica strumentale e falsa nei confronti dell'avversario politico".

"Se vinciamo governo diverso da quello Prodi" "Sarà un governo molto diverso dal governo Prodi perchè era frutto di una coalizione eterogenea. Noi abbiamo rotto - evidenzia ancora Veltroni - con la sinistra radicale e il fatto che corriamo con un solo programma e un solo leader garantisce l’attuazione del programma. Questo non è stato fatto invece nel centrodestra: basta vedere la vicenda del Kosovo e le posizioni distanti tra Forza Italia e Lega. Quella è la vecchia Italia che noi vogliamo superare".

Bertinotti è fermo al '53 "Siamo nel 2008 o nel ’53? Si può sostenere che se si porta un operaio in lista non si può portare un imprenditore?". Il leader del Pd replica alle critiche di Fausto Bertinotti sulla decisione di candidare il presidente dei giovani imprenditori Matteo Colaninno e nello stesso tempo uno degli operai della Thyssen scampati al rogo delle acciaierie a Torino. "L’Italia ha bisogno che lavoratori e imprenditori stiano insieme, perchè se le imprese chiudono - rimarca ancora il segretario del Pd - gli operai vanno a spasso. Io voglio unire il Paese".

"I Socialisti bussano alle porte dell'Udc" Tra Partito democratico e Socialisti continua la polemica per la mancata alleanza elettorale. Veltroni usa parole sferzanti nei confronti del partito di Enrico Boselli. "Loro si sono candidati in questi anni in parlamento con tutti i camuffamenti immaginabili, col Girasole insieme ai Verdi, i Radicali nella Rosa nel pugno... L’unica volta che gli chiediamo far parte di un grande soggetto riformista, loro si rifiutano". Soprattutto, "la cosa che mi ha più colpito è che poi siano andati a bussare una volta alla Sinistra arcobaleno e un’altra volta da Casini nel tentativo di avere una partecipazione alle loro liste, peraltro con risultati non positivi".

"Aggravante che il Cavaliere sia durato cinque anni" "Che il governo Berlusconi sia durato cinque anni per il candidato premier del Pd "è un’aggravante perché in cinque anni non è riuscito a ridurre la spesa pubblica e a risanare i conti".

"Pronto al faccia a faccia con lui" Si dice pronto ad affrontare Silvio Berlusconi in un faccia a faccia televisivo. Il segretario del Pd lo dice mostrandosi spavaldo, del resto è lui che rincorre, deve recuperare consensi. "Se lei ritiene - dice Veltroni rispondendo al direttore del Tg1 - sono a sua disposizione. Ma bisogna essere d’accordo in due".

"Programma diverso da quello del Pdl" "Non è vero che il nostro programma è simile a quello della destra.

Nel nostro c’è il compenso minimo legale per i ragazzi precari, perché non è possibile che dei ragazzi vivano con 400-500 euro al mese. Ci sono gli asili nido, sulle tasse c’è una certa differenza tra la lotta all’evasione e i condoni... Per anni abbiamo vissuto nel Paese dei condoni, adesso si sta ritornando ad una situazione più fisiologica".

 

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