Veltroni: il precariato è la mia ossessione

Il leader del Pd riprone il tema dl lavoro giovanile: tutto quello che si può fare lo faremo. Poi aggiunge: basta con gli odii del passato, non risponderò alle aggressioni personali

Veltroni: il precariato 
è la mia ossessione

Asti - "Il precariato è e sarà la mia ossessione", durante un comizio al teatro Politeama di Asti, il candidato premier del Pd, Walter Veltroni, torna a parlare del problema del lavoro precario. "Combattere la precarietà - ha detto - è la più grande battaglia sociale del nuovo millennio", ad ascoltarlo c’erano anche, seduti in prima fila, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e lo scrittore Giorgio Faletti. Davanti a circa un migliaio di persone, Veltroni ha letto una lettera scritta da una precaria e ha assicurato che "tutto quello che si può fare lo faremo". A iniziare dall’introduzione del compenso minimo legale. Accanto a questa misura, che Veltroni proporrà durante il primo Consiglio dei ministri, ci deve essere "il sostegno alle imprese che stabilizzano, in modo tale che siano incentivate a farlo, e la formazione".
"Non risponderò alle aggressioni personali" Bisogna liberare il Paese dagli odii del passato, dalla contrapposizione che vede i politici come dei nemici e non come degli avversari. Veltroni parla di "clima diverso" che il Pd ha portato in questa campagna elettorale e ma non rinuncia anche ad attaccare il Pdl: "Sono tornati ad affiorare i vecchi linguaggi di una politica stanca e incattivita, preoccupata di fare una campagna 'contro', senza dire quello che vogliono realmente per il futuro. Siamo tornati a una campagna in cui si aggredisce personalmente". Ancora una volta Veltroni assicura che non replicherà alle critiche degli avversari politici. "Vorrei liberare - ha aggiunto - l’Italia da questa specie di scimmia sulle spalle che le impedisce di camminare. Io invece vorrei un Paese proiettato in avanti, con lo sguardo rivolto verso il futuro".

Casini: "Walter fa una campagna berlusconiana" Ma i toni della campagna elettorale del leader del Pd non piacciono a Pierferdiando Casini che lo attacca, in particolare dopo il tour in Veneto: "Non so dire se Veltroni in Veneto abbia sfondato in una parte dell’elettorato, constato però che la sinistra ha sempre denunciato i

limiti di Berlusconi ma non ho mai visto una campagna elettorale più berlusconiana di quella di Walter Veltroni. È chiaro che soffre della sindrome di Stoccolma ma dopo gli effetti speciali la gente guarderà alla sostanza».

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