Veltroni: il Professore ha chiarito ma per questa città voglio rispetto

Bondi: chieda scusa. Calderoli: se non avesse smentito l’avrei applaudito. Il verde Cento: lo inviterò a mangiare i bucatini

Massimiliano Scafi

da Roma

«Io vivere a Roma? Manco morto». Peggio per lui, verrebbe di rispondere a Romano Prodi, ma nel giro di dodici ore il Professore ha già corretto il tiro: «Sono stato mal interpretato. Io nutro affetto per la Capitale, amo la saggezza millenaria del suo popolo e la sua attitudine all’accoglienza e alla tolleranza. Appena posso vado a piedi per respirare la bellezza straordinaria di questa città. Sono i salotti che non amo. A Roma, a Milano, a Bologna». Smentita tardiva, la gaffe si è già trasformata in un infortunio politico. Polemizza il centrodestra: «Chieda scusa», dice Sandro Bondi. Ma nemmeno il centrosinistra la prende troppo bene. E se Paolo Cento, la butta sul ridere, «lo inviterò a mangiare bucatini all'amatriciana», a Walter Veltroni, quando ha letto le dichiarazioni prodiane, deve essere andato il cappuccino di traverso. «Invito tutti al massimo rispetto per Roma».
Era ancora prima mattina quando il sindaco ha telefonato al Prof. «L’ho chiamato - racconta - perché sono rimasto stupito da quello che ho letto. Mi ha detto che non ha utilizzato quelle espressioni e mi ha ribadito il rapporto di stima e di affetto per la città. Mi ha spiegato che si riferiva solamente a certi ambienti presenti a Roma come in altre città». Dunque, caso chiuso, il chiarimento è avvenuto. Però, conclude Veltroni, «al di là di tutto credo che in futuro e da qualunque parte bisognerebbe avere maggiore rispetto per questa città che dimostra coesione sociale, una crescita economica in controtendenza con il resto del paese e un'immagine di sé sempre più dinamica».
Per il centrodestra invece il caso resta apertissimo. Sembra un paradosso, però l’unico della Cdl a schierarsi con Prodi è Roberto Calderoli: «Se non avesse poi fatto quella marcia indietro, gli avrei battuto le mani perché aveva detto una cosa sacrosanta. Tutti dovrebbero sentirsi legati alla propria terra, lui a Bologna, io a Bergamo e Veltroni a Roma, Invece adesso è riuscito a far incavolare sia i romani sia gli emiliani». Il toscano Paolo Bonaiuti spera «che sia stato solo uno scivolone: come si fa a non capire che Roma è il compendio di tutte le bellezze d'Italia? Io a Roma ci vivo e ci lavoro benissimo». Per Sandro Bondi la rettifica non basta: «Ormai siamo abituati alle sue smentite. Ma in questo caso dovrebbe esprimere delle scuse vere e sentite nei confronti dei cittadini di Roma e di una città che è nel cuore di tutti noi. Prodi non ha rispetto né del nostro presente né del nostro passato». Fabrizio Cicchitto parla di autogol: «Il suo annuncio, costituito da una notevole dose di sprezzo, di non volere vivere a Roma, liquida con un colpo solo tutta la polemica che il centrosinistra ha condotto in questi anni contro la Lega e apre anche un problema paradossale in una cornice grottesca: qualora l'Unione vincesse le elezioni e Prodi diventasse presidente del Consiglio, dove alloggerebbe?».
An ha già preparato dei manifesti: «Prodi insulta Roma.

Prodi a Palazzo Chigi? Manco morto!». Forza Italia invece si affida alle rime del Pasquino azzurrino: «Nun voi vive a Roma? E chi te ce vole». Chiosa Michele Baldi, vicecoordinatore di Fi nel Lazio; «Gli è stato fatale lo sforzo per la maratona».

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