Veltroni scrive al governo: «Aiuto»

Ha tutto l’aspetto di un vero e proprio Sos quello che Veltroni lancia al governo per provare a risolvere alcune questioni «di particolare urgenza sociale» che Roma si trova quotidianamente ad affrontare. Ieri il sindaco ha preso carta e penna chiedendo a nove ministri la loro attenzione su alcuni temi di politiche sociali, a cominciare dall’emergenza abitativa. L’idea è quella di costituire un patto col governo su quelle tematiche, in modo da avere risposte «adatte sì a fronteggiare tali emergenze, ma soprattutto in grado di prevedere e prevenire i disagi sociali». Serve, insomma, spiega Veltroni nella lettera, un programma «su base triennale». Ma soprattutto occorre che il governo dia risposte in materia. Cosa che, secondo quanto sostiene l’opposizione, fino a questo momento non è avvenuta. «Finalmente - dice il presidente della Federazione romana, Gianni Alemanno - il sindaco si accorge di aver sopra la sua testa un governo di centrosinistra». Alemanno sottolinea il fatto che «ad un anno dall’insediamento del governo Prodi, tutte le promesse della campagna elettorale per Roma sono state disattese, a cominciare dalle legge su Roma Capitale che doveva essere fatta in cento giorni dall’insediamento del governo e ancora oggi galleggia in Parlamento come una vacua proposta di legge delega lontanissima da qualsiasi conclusione concreta». Se il presidente della Federazione romana di An aspetta di vedere «se e come il governo di centrosinistra risponderà all’appello», il coordinatore regionale e commissario romano di Fi, Francesco Giro, parla di «ritardo della giunta capitolina nell’ammettere i suoi errori in materia di politiche sociali», essendosi accorta solo ora, «quasi d’incanto», dei problemi che affliggono la capitale. Per Giro, la lettera spedita da Veltroni, non solo non contiene proposte concrete, ma è un chiaro segno di resa («Veltroni alza bandiera bianca») a una realtà dei fatti, più volte denunciata da Fi in questi anni. «Il patto Veltroni dovrebbe farlo con i cittadini - continua Giro - dicendo chiaramente cosa vuole fare per questa città». Anche Dino Gasperini, capogruppo dell’Udc, puntualizza che prima di parlare con il governo, mandando comunicati ai giornali, in cui annuncia l’invio della lettera, Veltroni avrebbe fatto meglio a confrontarsi con i cittadini e con chi li rappresenta in consiglio comunale. «Se il sindaco davvero vuole chiedere al suo governo interventi sul sociale - spiega Gasperini - porti un documento in consiglio comunale, apra un serio dibattito nella città e si faccia dare una fiducia da parte dell’aula». Anche se, comunque, aggiunge il capogruppo dell’Udc, «Veltroni farebbe bene a ricordarsi che molti temi sollevati e richiesti al suo governo con l’ennesima letterina dipendono da lui, sindaco della città da sei anni».
La maggioranza, invece, ritiene «utile» quella lettera inviata. «Finalmente smettiamo di parlare solo di legalità e ci occupiamo di politiche sociali, che sono la base da cui partire per far sì che ci siano rispetto dell’ordine pubblico in città - dice Adriana Spera, capogruppo del Prc - Servono provvedimenti di legge e stanziamenti adeguati per la capitale, che fino ad ora non ci sono stati».

E in serata la prima risposta da uno dei ministri chiamati in causa, Barbara Pollastrini (Pari opportunità): «Rispondo sì con convinzione alla richiesta del sindaco di Roma Walter Veltroni di un patto sulle questioni sociali».

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