Cronaca locale

Vendita Sea, la giunta dà il via libera

La delibera in aula entro luglio, la cessione a settembre: i soldi per realizzare la linea 4 del metrò, la Monza-Bettola e case. Polemici opposizione e sindacati: «Pensano solo a far cassa»

Sabrina Cottone

Via libera alla privatizzazione della Sea. La giunta in seduta straordinaria ha deciso di dare mandato all’advisor di predisporre la delibera per la vendita del 34% della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. La vendita avverrà non con un collocamento in Borsa ma attraverso un’asta pubblica competitiva destinata a investitori finanziari e istituzionali, senza diritto di prelazione e senza che siano previste opzioni per l’acquisto di ulteriori azioni per il compratore. La base d’asta sarà di 600 milioni di euro: se non sarà possibile collocare il pacchetto azionario incassando tale somma la vendita non avverrà. Palazzo Marino manterrà così la maggioranza e il controllo della società.
Gabriele Albertini saluta con soddisfazione il ritrovato accordo con la Lega, sancito da un vertice della Cdl e soprattutto dal documento che dà il via libera a Sea, bond e cartolarizzazioni che gli è stato consegnato ieri e che porta la firma dei leader della maggioranza incluso il leghista Giancarlo Giorgetti. Il sindaco non si sbilancia sul rientro negli enti («saranno i partiti a decidere») e mostra prudenza sul comportamento del Carroccio: «Sarà conclusivo il voto in consiglio comunale». La delibera Sea arriverà in aula entro luglio, così che l’operazione possa essere effettuata a settembre. Il vicesindaco Riccardo De Corato spiega a che cosa serviranno i soldi della privatizzazione: «Il ricavato sarà destinato a grandi opere pubbliche, prime tra tutte la linea 4 del metrò, ma anche la Monza-Bettola e le case popolari di Quarto Oggiaro. Opporsi vuol dire privare la città di opere pubbliche necessarie».
Le polemiche sono forti. «La Cdl pensa solo a fare cassa e non si preoccupa del futuro dell’azienda» attacca il diessino Emanuele Fiano. E i sindacati sono sul piede di guerra. «Una decisione gravissima, l’ennesima vendita di gioielli di famiglia» dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil Lombardia. E Dario Balotta, segretario della Fit-Cisl, contesta cifre e metodi: «Il prezzo di vendita del 34% di Sea non può essere inferiore ai 750 milioni di euro.

La vendita in Borsa avrebbe assicurato la massimizzazione del valore della società e, grazie all’azionariato diffuso, anche il controllo pubblico della Sea».

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