Roma«Cambia laria tarantina con la legge anti-diossina». «Giù le mani dalla brocca, lacqua è nostra, non si tocca!». Agli ottonari con i quali Nichi Vendola ha «colorato» la sua campagna elettorale per la riconferma a presidente della Regione Puglia, da ieri se ne può aggiungere qualche altro. «Passa lieto il primo maggio il governatore in masseria, nobil schiera gli rende omaggio, meglio che star in pizzeria».
Non è irriverenza, ma la pura verità. Giacché lhomo novus della sinistra italiana ha trascorso un sabato sera molto chic nella masseria ristrutturata di Guido Roberto Vitale, banchiere di lungo corso nonché ex presidente di Rcs MediaGroup. E non è un caso che lunico quotidiano a darne notizia sia stato il Corriere.
Tra gli ulivi nodosi di Cisternino, in provincia di Brindisi, il governatore è stato sottoposto allo «scrutinio» dei cento invitati che hanno «battezzato» lingresso in società di Nichi. Abituato a comiziare folle di cittadini rivendicando la ripubblicizzazione dellAcquedotto pugliese, il no al nucleare e la stabilizzazione dei precari, Vendola ha sempre avuto buon gioco. Ma da quando si è, più o meno sommessamente, «candidato» a guidare il centrosinistra nel 2013, le carte in tavola sono cambiate.
E così la «gente che conta» gli ha un po fatto lesame del Dna. Guido Roberto Vitale non è solo uomo di finanza con un passato alla guida del braccio italiano di Lazard, ma è anche un editore avendo una piccola partecipazione in Chiare Lettere, la casa editrice che pubblica i libri di Marco Travaglio e, a sua volta, controlla una quota del Fatto. Nel côté brindisino spiccavano anche lex senatore diessino ed economista Franco Debenedetti (fratello delleditore di Repubblica), lex manager Iri Fabiano Fabiani, da sempre molto vicino a Romano Prodi e, infine, Mario DUrso, avvocato, componente di numerosi consigli di amministrazione nonché amico intimo della famiglia Agnelli. Non poteva mancare lintellighenzia cinematografica rappresentata dalla coppia Ricky Tognazzi-Simona Izzo.
Niente di male, per carità. Linaugurazione di una masseria appena restaurata merita la presenza di un governatore attentissimo (anche troppo) alla conservazione talis et qualis del territorio pugliese. Tra un piatto di orecchiette e una tartare di pesce e gamberi, tra una frisella e un fegatino, il governatore ha rassicurato il parterre sulle proprie intenzioni. «Mi occuperò della mia Regione per altri cinque anni», ha spiegato. «Prima di parlare di nuove leadership, cè da risolvere il problema dellidentità del Partito democratico», ha aggiunto. Ha menato un fendente al governo in carica (non guasta mai quando ci si trova in ambienti mondani) ma con nonchalance, per non alzare troppo i toni. «Il federalismo fa solo male al Sud, è basato su dati truccati», ha rilevato.
Insomma, con un Pd ormai alla frutta, con il peronismo dipietrista che mal si concilia con le boiserie dei salotti buoni e con le réserves de la République introvabili come una doppia magnum di Château Lafite del 2005, è pacifico che il Capitale (non quello di Marx che Nichi ha studiato alla scuola quadri delle Frattocchie) cerchi di vagliare, se non di intestarsi, le alternative possibili a Silvio Berlusconi.
Eppure labbandonare la piazza, il popolo, la base non porta bene alla sinistra. Le intemerate nella City londinese non hanno giovato al compagno Massimo DAlema, labitudine ai salotti romani ha intaccato limmagine del suo «sponsor» Fausto Bertinotti.
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