Un matrimonio vietato, cui nemmeno un pavido Don Abbondio potrebbe dir di «sì». A soli sedici anni la famiglia voleva costringerla a sposarsi con un ultrasessantenne.
Storie musulmane trapiantate in Italia. Siamo in provincia di Piacenza, il nome di lei è un dettaglio. Basti sapere che è marocchina, studentessa un po svogliata, ma soprattutto promessa sposa contro la sua volontà. Pur di evitare le nozze è fuggita e si è inventata un rapimento.
Per settimane i genitori sono rimasti nel dubbio. Ne hanno denunciato la scomparsa, avvenuta il 7 giugno, undici giorni dopo, forse perché la ragazzina altre due volte si era già allontanata da casa. Poco dopo però alla famiglia è arrivata una telefonata che chiedeva 500 euro di riscatto. Il padre ha versato la somma attraverso un «Money transfer», ma dal momento che la figlia non tornava a casa e le richieste di denaro proseguivano, si è rivolto ai carabinieri. Naturalmente omettendo i particolari. È subito scattato lintervento della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, competente per i sequestri a scopo di estorsione.
Torna alla mente la storia di Nojoud Nasser, yemenita, otto anni, letà dei balocchi eppure già sposa, venduta in moglie a un trentenne. Era laprile scorso. Fuggì e come una grande chiese aiuto al tribunale di Sanaa: «Voglio divorziare».
Le indagini dei militari, coordinati dal sostituto procuratore Valter Giovannini, sono durate appena 48 ore. Più di un particolare non tornava. È bastato seguire le tracce del telefonino della sedicenne oltreché quello del suo vero fidanzato. Un coetaneo: i segnali portavano alla Stazione Centrale e poi a Buccinasco e Rozzano. Ha vissuto qui, ostaggio della paura, la piccola promessa sposa.
In lacrime, una volta rintracciata dai carabinieri, ha ammesso di essere lei stessa lispiratrice del rapimento. Ha vissuto ospite di amici. I soldi estorti (con laiuto di un complice) erano serviti solo per sopravvivere fuori da casa. Adesso si trova in una struttura protetta. Almeno una frase, spiata dai carabinieri, incastra la famiglia. Appena avvisato del ritrovamento della figlia, si sente il padre dire al figlio di «non picchiare» la sorella una volta rivista. Un dettaglio sufficiente a confermare le dichiarazioni della ragazza, che ha parlato di percosse subite di aver per questo già tentato altre due volte la fuga. Negli ultimi tempi, poiché conduceva uno stile di vita non condiviso dal padre e dal fratello e perché andava male a scuola (ha abbandonato lultima classe frequentata), era stata minacciata di venir rimandata in Marocco.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.