Venerdì tutto il mondo è invitato a Palazzo

Facile dire "chissenefrega", come con Sanremo o col campionato di calcio. Ma ogni tanto c’è bisogno di sognare E questa è l’occasione per farlo in grande

Venerdì tutto il mondo è invitato a Palazzo

È un giochetto facile facile dire «chissenefrega del matri­monio reale». È facile facile sbuffare «chissenefrega del festival di Sanremo» o «del campionato di calcio, divisione nazionale serie A». Qualcuno potrebbe anche aggiungere un «chissene­frega della beatificazione di un Papa ». Ah no, via i mercanti dal tempio, qui c’è la fede,qui c’èil sacro, una cosa ben più seria e profonda delle fedi, nuziali o di una canzonetta o del pallone.

Ma non è questo il problema, che poi problema non è.

Ogni tanto c’è bisogno della favola, come di una barzelletta raccontata bene, come di una gita fuori porta che al lunedì di Pasqua trova la sua celebrazione positiva, per il resto, chissà perché, è trasformata in «esodo biblico». Ogni tanto c’è biso­gno di andare in vacanza. Kate Middleton, la borghesina (ric­chissima) Catherine, va sposa al principe William. Non è mica tutto qui.Attorno all’evento ci sta l’Inghilterra,ci stanno i Wind­sor con tutti gli annessi e connessi, dunque Elisabetta, la regi­na, l’unica al mondo sembrerebbe, dunque il palazzo di Buckingham, il cambio della guardia, le carrozze, il rintocco del Big Ben, l’autobus a due piani, la musica dei Beatles, tutta quella roba lì che i corrispondenti Rai e affini ripropongono ogni volta che devono giustificare il proprio salario, trasmetten­do un servizietto made in London, evitando, tuttavia, di trasfe­rirsi, per un tea time, dalle parti dei quartierini di Brixton o di Camden, dove verrebbero respinti a calci, pugni e sputi, dal momento che per gli abitanti dei circondari suddetti il royal wedding ha lo stesso sapore di una seratina con Berlusconi per Di Pietro Antonio.

Ma il matrimonio di venerdì, all’ora nostradi mezzogiorno, e la beatificazione di Giovanni Paolo II domenica, nel dì delle bandiere rosse per la festa dei lavoratori, sono una combinazio­ne ad altissimo tasso turisticoaffettivo, Londra e Roma, We­stminster e San Pietro, Tamigi e Tevere, roba bella da racconta­re ai nipoti. Uno, forse due miliardi di persone davanti ai video, tivvù e internet, saremo tutti scemi e vuoti di idee? Uno, forse due miliardi di spettatori alla ricerca del fotogramma perduto, del momento magico, del silenzio, del fumo dell’incenso, del volo di una colomba, di un semplice «yes», di uno scambio di segno di pace e degli anelli, saremo tutti cialtroni? Venerdì, dunque, si va a cominciare, il programma della manifestazio­ne è definito nei dettagli, risveglio, colazione, vestizione, ad­dobbi vari, tutto scandito nei minuti, nell’itinerario, nella lista degli invitati, nella descrizione del menù, nella mappa dei siti o location, quasi fossi io ad organizzare, a sbrigare gli ultimi parti­colari della cerimonia, ad aggiustarmi il nodo della cravatta o la gardenia all’occhiello della giacca. Ehssì, perché in fondo, come nelle favole, i personaggi e gli interpreti diventiamo noi altri, pronti a giocare con balocchi non nostri, a sorridere o a fischiare, senza essere visti e sentiti, si fa con la partita di pallo­ne, si fa con il festival.

Ma il matrimonio inglese resta un fatto unico, esclusivo, per­ché altre nozze regali ci sono state ma senza coinvolgimenti e attese così calde, perché le nozze del sabaudo Emanuele Fili­berto sono scivolate via con minore enfasi di un Ramazzotti-Hunziker o di un Totti-Blasi, roba piccola, confetti, lancio del riso e belle figliole.

Ma qui il mondo è invitato a nozze dai Windsor, con il wind­sorume che si portano appresso, roba da museo delle cere di madame Tussauds, morti, tradimenti, regine attuali, re futuri, principesse, duchi, conti, lo scenario al quale si rivolse una se­ra, alla Royal Albert Hall, John

Lennon, al termine di un concer­to in onore della Regina: «Quelli che occupano i posti economi­ci applaudano, il resto può far tintinnare i gioielli».È l’Inghilter­ra. Venerdì, dunque, non ci sono per nessuno. Oh yes.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica