Veneto Banca per il Private Gestioni su misura dei rapporti

Il gruppo Veneto Banca ha organizzato un proprio servizio di Private Banking per cogliere le importanti e significative opportunità che il mercato può presentare; dall’inizio del 2008 la gestione fa capo a Veneto Banca Holding, che ha funzioni di indirizzo presidio e controllo delle singole banche reti. A Stefano Bergamini, responsabile a livello di holding del Segmento Private, chiediamo quali sono state le principali aree di riallocazione dei patrimoni rivenienti dallo Scudo fiscale.
«Per quanto riguarda lo Scudo Ter (15 settembre-15 dicembre 2009) la maggioranza dei 95 miliardi stimati oggetto di rimpatrio sono rappresentati da patrimoni mobiliari (cash e titoli). É prematuro poter riclassificare tali riallocazioni, essendo per la stragrande maggioranza ancora posizionate in forme di investimento prudenti e attendiste. Pertanto la rivitalizzazione del mercato immobiliare e la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese, due direttrici sulle quali erano state riposte importanti aspettative, si trovano ancora in una fase di attesa. Non vanno dimenticate le cause ostative, la rimozione delle quali potrà dare un quadro più completo al fenomeno dello Scudo. La riapertura dello stesso non sta registrando i grandi numeri di novembre/dicembre ma sta raccogliendo quanti ne erano rimasti fuori, per difficoltà dell’operazione, per l’incertezza informativa e per la scarsa informazione. Ricordo che problematiche complesse, quali proprietà immobiliari in Paesi fuori dalla white list, sono state disciplinate dalla circolare 49/E uscita il 23 novembre a ridosso della scadenza dello Scudo Ter. Per poter cogliere effettivamente opportunità commerciali a tutto tondo, contrariamente a realtà che hanno organizzato le proprie aree di business con divisioni separate, il gruppo Veneto Banca, fatto di banche del territorio, ha voluto evitare di creare una task force unica a livello centrale per la consulenza sullo scudo, e ha preferito costituire per ciascuna area delle singole banche una squadra che ha come elemento centrale un coordinatore team private e allargata al coordinatore privati e a quello delle piccole e medie imprese».
Dottor Bergamini, quali sono i punti di forza del private banking di Veneto Banca?
«Per ottimizzare il binomio professionalità/vicinanza al cliente, ogni banca del gruppo è presidiata a seconda della propria dimensione da un certo numero di gestori private, organizzati in Team Private. Questa è una scelta organizzativa che offre importanti vantaggi, in quanto permette al cliente di gestire in modo più diretto i rapporti ordinari con la Banca e al tempo stesso di essere seguito in modo esclusivo da un gestore private di riferimento, per tutte le esigenze più sofisticate, garantendone la privacy».
Quali sono gli elementi distintivi che deve avere il Private Banking per essere ad alto valore aggiunto?
«Il Private Banking è un settore che sta continuando a crescere. Nonostante le ripercussioni della crisi finanziaria globale, la clientela ha fatto registrare un significativo incremento nel corso degli ultimi tre anni. Considero superato l’approccio che si focalizza sulle migliori soluzioni di investimento come elementi distintivi. Il vantaggio competitivo non è più rappresentato nè da soluzioni più o meno sofisticate (Personal Portfolio Bond, polizze assicurative che permettono di includere parte del patrimonio immobiliare e quote societarie, fondi ad apporto, servizi di art advisory), né dalla capacità d’indirizzare i clienti verso fondi comuni d’investimento ritenuti più performanti e in linea con il profilo di rischio del cliente. Da sempre il gruppo Veneto Banca opera nel settore del risparmio gestito attraverso un’architettura aperta.

Il vero vantaggio competitivo è rappresentato dalla professionalità dei gestori e dalla loro sensibilità relazionale, nonché dalla capacità di “entrare in empatia” con i clienti, per anticipare con soluzioni ad hoc le loro esigenze».

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