Cultura e Spettacoli

A Venezia la giuria in conclave Gara tra Lourdes e Lebanon

Dopo una settimana di polemiche, rancori politici e slogan che hanno il sapore di vecchio, la Laguna si prepara a eleggere il re per una sera. In pole position le pellicole di Jessica Hausner e Samuel Maoz. Poche chance per Baarìa di Tornatore. Oggi il debutto di Tom Ford alla regia

A Venezia la giuria in conclave 
Gara tra Lourdes e Lebanon

Venezia - E' una corsa a due. A ventiquattr'ore dalla cerimonia di chiusura della 66esima Mostra del Cinema di Venezia cresce l'attesa tra gli addetti ai lavori. Tra rumor di corridoio e verità a mezza bocca, con le ultime proiezioni dei film in concorso, è già iniziato il toto-Leone. Dopo una settimana di polemiche, rancori politici e slogan che hanno il sapore di vecchio, la Laguna si prepara a eleggere il re per una sera.

All'ultimo voto Il quadro è completo e la giuria ha già iniziato le riunioni per decidere a chi assegnare l’ambito Leone d’Oro e i diversi premi collaterali. Tra i papabili, a giudicare dalle indiscrezioni trapelate al Lido, il film franco/austriaco Lourdes di Jessica Hausner e l’israeliano Lebanon di Samuel Maoz. Qualche chance potrebbero averla anche A single man dello stilista Tom Ford e Mr. Nobody di Jaco Van Dormael. Poche speranze per l’Italia, nonostante i quattro titoli in concorso: è difficile che i giurati decidano di premiare Baaria di Giuseppe Tornatore e Il grande sogno di Michele Placido.

I premi collaterali Margherita Buy è nella rosa delle candidate alla coppa Volpi come miglior attrice, mentre invece poche sono le possibilità per La doppia ora del debuttante Giuseppe Capotondi. I cinefili vorrebbero un premio a Werner Herzog, ma forse il fatto di aver avuto due titoli in concorso potrebbe essere controproducente per l’autore tedesco, a cui magari la giuria deciderà di assegnare un premio speciale per il complesso dell’opera.

Minime le speranze di Todd Solondz o di Michael Moore, mentre il vero colpo di scena sarebbe la vittoria della commedia Soul Kitcken di Fatih Akin, genere sempre sottovalutato dai palmares dei festival.

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