A Venezia snobbata la visita di Benedetto XVI Le nozze di un magnate indiano valgono di più

Oggi lo storico incontro in laguna di Benedetto XVI con 200mila fedeli. Ma il Comune si fa in quattro soprattutto per gli 800 invitati di un magnate asiatico: si sposa, con una cerimonia da favola di tre giorni, la figlia del "re del ferro"

A Venezia snobbata la visita di Benedetto XVI 
Le nozze di un magnate indiano valgono di più

Un grande onore per Ve­nezia l’arrivo di Papa Benedet­to XVI. La città è in festa e blin­data. Questo significa gioia e dolore per i veneziani, innanzi­­tutto, e poi per i turisti. Saranno stravolti i trasporti sulla laguna e sulla terraferma, perfino le cal­li saranno interdette alla gente, sia per motivi di sicurezza, sia per evitare intasamenti di per­sone che rimarrebbero blocca­te per ore senza poter andare né avanti né indietro.

Il disagio vale la pena: il pa­triarca veneziano, Angelo Sco­la, auspica che la visita del Pon­tefice possa svolgere «un com­pito decisivo: favorire l’incon­tro tra l’Est e l’Ovest in conti­nuo fermento e i Paesi inquieti del Sud che si affacciano al Me­diterraneo». Il programma del Papa è molto intenso: saranno due giorni, oggi e domani, pie­ni di appuntamenti nei luoghi più significativi di Venezia e del suo entroterra. Per un evento così significativo (va ricordato che l’ultima visita di un Pontefi­ce alla città sulla laguna fu di Pa­pa Giovanni Paolo II nel mag­gio del 1985) non si è badato a spese. E qui incominciano le polemiche sul vil denaro, che poco sarebbe in sintonia con la spiritualità dell’evento. Ovvia­mente l’onere maggiore della spesa è stato sostenuto dal Pa­triarcato, che, dicono i polemi­ci, se avesse fatto qualche ri­sparmio, avrebbe potuto devol­vere un po’ di denaro a chi in città fa fatica a tirare a campare. Anche il Comune di Venezia ha partecipato all’evento con un esborso che, seppur non ri­levante (300mila euro) allarga il buco del deficit comunale, provocato da anni di dissenna­ta amministrazione della sini­stra in città. Le stime del 2010 dicono che l’indebitamento co­munale è di 837 milioni di eu­ro: da qualche parte bisogna co­minciare a trovare un po’ di sol­di per pagare almeno i dipen­denti comunali, che sono un esercito, proprio un vero eserci­to, costruito e organizzato dalla sinistra, lanciato con successo contro Brunetta l’anno scorso, quando il ministro si era candi­dato a sindaco della città. Un po’ di quattrini, è evidente, l’amministrazione veneziana spera di incassarli dai pellegri­ni in visita a Venezia per il Pa­pa, ma senza voler fare l’uccel­lo del malaugurio, non sembra che le speranze diventeranno realtà. Ecco però che il sindaco e la sua giunta calano l’asso nella manica, così ben nascosto nel­la manica che il consiglio co­munale non ne ha avuto alcu­na notizia. Arrivano gli indiani. Il vero matrimonio del seco­lo non è quello di William e Ka­te, ma le nozze tra la figlia del re del ferro, l’indiano Parmod Agrawal, e il fidanzato Muquit. Sposalizio ultramilionario che si svolgerà nella città più ro­mantica del mondo, dove tutte le coppie vorrebbero sposarsi. Se per il Papa sono previsti 200mila pellegrini, per gli india­ni­arriveranno soltanto 800 per­sone, ma ricche come Creso. Ed ecco spiegato perché la città si è mobilitata di più per il ma­gnate indiano che per il Papa, non degnato nemmeno delle consuete foto esposte in giro per la città. Con gli indiani si inizierà il 12 maggio. E la giunta Orsoni ha dato anche il via libera alla mu­sica fino all’una di notte con il party di benvenuto nella Scuo­la Grande della Misericordia. Per la sera del 13 è stato affittato l’Arsenale,dove di solito si svol­ge una parte importante della Biennale d’arte:tutto per l’ospi­te pagante. Il giorno successivo sarà il clou: il matrimonio nel­l’isola di San Clemente, ovvia­mente requisita per l’occasio­ne. Tutta la manifestazione ver­rà filmata in stile Bollywood, con fuochi d’artificio, giochi d’acqua, fontane e cascate e con un dirigibile sospeso sul­l’isola. Particolare riguardo sa­rà dedicato ad alcuni ospiti rus­si, che avranno deroghe specia­li alla dogana, perché arriveran­no carichi di gioielli come albe­ri di natale addobbati per la fe­sta. Lo sposo invece arriverà su un cavallo bianco femmina. Non si sa ancora come attraver­serà le acque della laguna. Nep­pure si sa esattamente quanto costerà questo kitsch mondia­­le: molti parlano di un budget di 20 milioni di euro ogni sera. Dunque tra sacro e profano, Venezia si è prodigata assai di più per il secondo.

Benedetto XVI porterà una ventata di spiri­tualità in la­guna e qualche spe­ranza per le sorti dell’Est/ Ovest e dell’area mediterranea.Gli in­diani lasceranno una barca di milioni, che non risolleveran­no le casse disastrate del Comu­ne, ma faranno di Venezia oltre a quella Disneyland che già è, una Bollywood dall’internazio­nale cattivo gusto.

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