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Venezuela, universitari insorgono contro la riforma dei media

L'ex generale che guida la rivolta: «Riforma anticostituzionale che mira ad imporre il socialismo come unica ideologia». Lo slogan: «Popolo ascolta, questa è dittatura»

Utilizzando pallottole di gomma e idranti, la polizia antisommossa venezuelana ha impedito ieri a diverse centinaia di studenti universitari di sfilare in corteo per le strade di Caracas per protestare contro la nuova legge, approvata ieri dal Parlamento, che rafforza i poteri del governo negli atenei. Lo rendono noto i media, precisando che negli scontri vi sono stati quattro feriti. Tra essi, ha assicurato il rettore dell'Università Centrale del Venezuela (Ucv), figura Cecilia Garcia Arocha un ex generale a riposo oppositore del governo, un professore di un'altro ateneo ed un fotografo. La nuova legge, secondo il governo, punta ad «eliminare i criteri d'élite per l'accesso agli studi» e a consentire una «trasformazione socialista» dei piani di studio. Per Garcia Arocha è invece «anticostituzionale», mira ad imporre il socialismo «come unica ideologia» e a «porre fine all'autonomia universitaria, poiché tutti i poteri saranno nelle mani del ministro dell'istruzione superiore».

Nonostante il forte dispiegamento di agenti, un gruppo di studenti è riuscito a dare vita a un breve corteo lungo le strade adiacenti alla sede dell'Ucv, intonando lo slogan: «Popolo ascolta, questa è dittatura».

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