«Vent’anni fa il deserto, ma chiudono ancora in troppi»

«Vent’anni fa Milano in agosto era proprio un deserto. Rispetto a un tempo, ora si trovano più negozi aperti, anche se non molti. Questo aspetto semisbarrato non è una bella immagine per il turista, abituato a città come Parigi e New York dove è sempre tutto open, agosto o novembre, giorno e notte. Siamo un po’ provinciali: peccato, perché nel frattempo siamo diventati un centro turistico di forte affluenza». Ha una gioielleria in Corso Buenos Aires, Luciana Trinci, ma sta passeggiando. «Ho già dato a sufficienza da ragazza - confessa - ora il negozio stopperà domani perché è giusto che la commessa abbia le ferie».
Disponibilità o vacanza agostana per gli esercizi commerciali? E’ una discussione «aperta» per milanesi. Silvia Righi, 44 anni, sta aspettando un’amica. Abita in via Padova. Definisce la questione «spinosissima». Sostiene che «il commercio è un servizio e dovrebbe essere regolamentato. Sono d’accordo che funzionino le gradi catene di distribuzione, ma anche i piccoli esercizi hanno la loro importanza in quanto esprimono l’anima di un quartiere. Se in via Padova non ci fossero i negozietti di un certo tipo, la strada perderebbe il suo fascino e anche una sua peculiare funzione».
Non è neppure vero che le grandi catene siano in perenne all’erta. «Domenica scorsa - racconta Emanuela Carriero, che viene da Lecce, ma abita da due mesi in zona Loreto - erano in ferie la Pam di Corso Buenos Aires, la Sma e anche la Carrefour. Per fortuna ho trovato l’Unes. Se è un disagio per me che sono giovane, non oso pensare per gli anziani». Nettamente contraria alle saracinesche abbassate d’agosto, Maya Plata, 29 anni, residente in Porta Vittoria. «E’ vero che bisogna trovare una soluzione per i commessi, che hanno diritto al riposo, ma una città come la nostra non può permettersi d’essere sguarnita di offerte, soprattutto in un periodo in cui anche i mezzi pubblici funzionano a orario ridotto».
Quali soluzioni si possono trovare? «Ci deve essere da parte degli esercenti una coordinazione mirata. Non è concepibile che lungo una strada di Milano facciano le ferie tutti nello stesso periodo. I commercianti devono organizzarsi e turnarsi» sostiene Elisabetta Bottani che abita in zona Sempione.
In via Ruggero Boskovich si trova Kalinka, uno dei due store russi della città. L’altro è in via Leoncavallo. Open tutto agosto, come tutti i negozi gestiti dagli stranieri. «I russi di Milano non hanno i soldi per andare al mare - dice il giovane Slava, il commesso -. I nostri clienti affezionati vengono tutti i giorni, non possiamo permetterci di non dar loro la possibilità di fare la spesa. Inoltre in agosto aumentano i turisti, che si lamentano di trovare una Milano in vacanza. E’ anche vero che i turisti si lamentano sempre!».

I milanesi sono più numerosi in agosto? «No. Nonostante siano dieci anni che siamo qui, ancora non si fidano di comperare i prodotti da noi». Nemmeno il caviale, che nel banco frigo troneggia a gogò. In un negozio russo, tutto per i milanesi è «chiuso»!

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