«Da vent’anni spese pazze per gli ospedali»

«Da vent’anni spese pazze per gli ospedali»

«Ho preso i dati riferiti al 2008, rispetto a quest’anno hanno solo importi leggermente inferiori: guardate che roba, fanno i tagli avendo paura di andare a razionalizzare dove davvero servirebbe». Eccolo il leone in gabbia che torna a ruggire: Sergio Castellaneta, una vita tra la medicina e la politica, ha ancora voglia di fare i conti con la sanità ligure.
Un passato da deputato con la Lega Nord, un mandato da consigliere regionale con la sua lista civica, l’esperienza anche da consigliere comunale a Genova con quella cavalcata verso la poltrona di primo cittadino persa nel 1997 per un pugno di voti. Oggi l’ex presidente dell’ordine dei medici, anche se lontano dalla politica attiva e da quei partiti che non ha mai sopportato, si è presentato con tabulati sui costi della sanità in Liguria e le sue idee per mettere una pezza ad una spesa che, solo per il comparto ospedaliero, supera il miliardo e mezzo. «La premessa è che mi vergogno davanti alla gente a ripetere quello che vado dicendo dall’inizio degli anni ’90: evidenzio sempre gli stessi problemi e le stesse ricette, perché i problemi restano tali e quali». Venticinque ospedali e spese folli che assorbono oltre la metà di quello che è l’intero bilancio della Regione Liguria con nessuno che ha la reale volontà di sforbiciare dove si potrebbe riducendo i costi di gestione ma migliorando il servizio: «La politica teme le rivolte popolari: tutti sanno che al giorno d’oggi non è possibile contemplare un numero tale di ospedali in una regione come la nostra. Ma quando è il momento di sopprimere strutture inefficienti ecco che si spaventano per le proteste popolari - commenta Sergio Castellaneta -. Se fossero più intelligenti farebbero capire alle persone che il presidio sotto casa con tre reparti malconci è più dannoso che altro». L’elenco è lungo e la lente di ingrandimento dell’ex leader del movimento «Liguria Nuova» passa su tutte e cinque le Asl. Partendo da quella di Imperia: tre ospedali per circa duecentomila abitanti. Bordighera con un pronto soccorso operativo 24 ore, Sanremo ed Imperia che distano circa 20 chilometri l’uno dall’altra con dipartimento di emergenza (Dea) di primo livello e quindi con servizi di chirurgia, ortopedia, traumatologia e cardiologia attivi tutti i giorni dell’anno: fanno 159 milioni di risorse regionali. Cifra ancora più elevata per quanto riguarda la Asl 2 savonese che riceve dalla Regione 286 milioni per i presidi di Savona (Dea di primo livello), Santa Corona (Dea di secondo livello), Cairo Montenotte e Albenga. Situazione che sfugge di mano per quanto riguarda la Asl 3 di Genova: dove nel 2008 si contano 13 ospedali con finanziamenti che vanno da 1,8 milioni per Busalla a 414 milioni per il San Martino. Cifra che supera i 103 milioni alla Asl 4 di Chiavari per i nosocomi di Lavagna, Santa Margherita e Sestri Levante. Mentre alla Asl 5 della Spezia per finanziare l’ospedale della Spezia e quello di Sarzana sono stati dirottati 164 milioni di euro.
«Si fanno tagli sul numero degli operatori, sui posti letto nei reparti, addirittura alle forniture dei materiali o sui medicinali per tenere in vita ospedali monchi. Bisognerebbe spiegare a quelli di Voltri che hanno un ospedale che ha la rianimazione ma per l’unità coronarica il paziente deve essere spostato a Sestri Ponente».

Ridimensionare e creare strutture più moderne e consone alla dimensione della Liguria riconvertendo i vecchi ospedali di delegazione in ricoveri per anziani: «Ci vorrebbe qualcuno con un po’ di coraggio perché basterebbe risucire a tagliare il 10 per cento di quella che è l’attuale spesa sanitaria per rimettere i conti a posto. Bisogna trovare chi a i co... per farlo».

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