Venti euro per la carta d’identità

da Roma

Quale è stato l’ultimo atto del governo Prodi? Il quadruplicamento del costo della carta d’identità. Non proprio l’ultimo in assoluto, ma è il decreto che cattura più l’attenzione nella Gazzetta ufficiale dell’8 maggio, il giorno dell’addio di Prodi a Palazzo Chigi e del giuramento del governo Berlusconi IV. Anche dopo le elezioni, infatti, è continuato il lavoro tecnico dei ministeri in attesa dell’insediamento della nuova squadra uscita vittoriosa dalle urne.
Così nella Gazzetta dell’8 maggio, l’ultimo giorno, è stato pubblicato un decreto sull’emergenza rifiuti in Campania (firmato il 30 aprile), con l’incarico al commissario straordinario Gianni De Gennaro di procedere «all'attivazione di un sito di discarica in località Chiaiano del Comune di Napoli». Nella stessa Gazzetta si trova anche la bacchettata del Garante sulla privacy all’Agenzia delle entrate per la pubblicazione delle liste dei redditi dei cittadini. E la «Determinazione dell’importo del corrispettivo da porre a carico dei richiedenti per il rilascio della carta d'identità elettronica». I Comuni hanno l’obbligo di emettere il documento elettronico che sarà valido anche come «carta dei servizi» a partire dal primo gennaio. Dal prossimo anno solo con la carta elettronica si potrà accedere ai servizi in rete della pubblica amministrazione.
In realtà i venti euro, già stabiliti da un precedente decreto della primavera del 2007, e ora confermati dal ministero dell’Economia di concerto con il Viminale, sono un’ipotesi migliore dei temuti 30 euro delle previsioni iniziali. E l’aumento del costo della carta d’identità è dovuto alla «sofisticatezza» del supporto. Ma è toccato proprio al governo Prodi mettere la firma su una delle novità della pubblica amministrazione che non sarà gradita ai cittadini: pagare una cifra così alta per avere il documento d’identità che fino a ieri costava al contribuente 5,42 euro.
È stato un decreto del 27 dicembre 2006 a stabilire che «i soggetti richiedenti» la nuova carta di riconoscimento «sono tenuti a corrispondere un importo pari almeno alle spese necessarie per la loro produzione e spedizione, nonchè per la manutenzione necessaria all’espletamento dei servizi ad essa connessi».
Considerato dunque, si legge nel decreto pubblicato l’8 maggio in Gazzetta e firmato dagli ex ministri Padoa-Schioppa, Amato e Nicolais, che sono state distribuite ai Comuni alcune «infrastrutture necessarie» per il rilascio «su scala nazionale della carta d’identità», la «numerosità dei Comuni da equipaggiare», il carattere «massivo dell’implementazione», l’ex governo ha ritenuto di confermare la cifra stabilita «con decreto del 16 febbraio 2007». E quindi: l’importo del documento «è determinato in 20 euro».


Il Viminale dovrà poi svolgere un monitoraggio per verificare «la corrispondenza tra le carte d’identità emesse e i relativi versamenti». Gli incassi dovranno essere versati dalle amministrazioni alla tesoreria dello Stato. Il ministero dell’Economia riassegnerà poi una parte di questa somma all’Interno.

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