Venti tropicali ad Assago torna Latinoamericando

Il rapporto epicureo che i sudamericani hanno nei confronti della vita e della morte ha molte analogie con la filosofia partenopea. Nella sua opera «Testamento», il poeta napoletano Edoardo Nicolardi scrisse in dialetto i seguenti versi: «Quando muoio io piangetemi un quarto d’ora. Mi sotterrate alle undici? Bene, ma alle due buttate la pasta». Juan Josè Fabiani, fondatore del Festival Latinoamericando precocemente scomparso, direbbe forse le stesse cose alla presentazione della nuova edizione della rassegna estiva di musica, arte e gastronomia tropicale, magari sostituendo i maccheroni con la caipirinha. Ieri era presente la moglie Franca De Gasperi accanto all’immancabile regista Claudio Colombo, a sottolineare che «Pepe» avrebbe voluto proprio così: bando alle lacrime e via al programma musicale, perchè la vita è un soffio e va goduta finchè è possibile. D’altra parte, il festival di Assago è ormai una locomotiva che viaggia da sola, portando con sè un’onda di suoni, sogni e colori a cui la Milano estiva è ormai abituata ma tutt’altro che annoiata. Se i numeri servono a qualcosa, sono stati un milione i visitatori che lo scorso anno, da metà giugno a metà agosto, si sono riversati nel paese dei balocchi ai piedi del Forum, in un’immersione di concerti, mostre, cocktail e shopping che da queste parti proiettano l’immaginario verso mondi esotici in cui la natura è protagonista e padrona nel bene e nel male. «Ritorno alle origini» è il sottotitolo di questa 21ma edizione, che non a caso inaugura l’estate tropicale con un omaggio alla grande cantante cubana Celia Cruz, la quale al pari di altre star della musica latina ha calcato il palcoscenico del Latinoamericando. Il 15 giugno la ricorderà il salseiro Josè Alberto «El Canario», nel giorno in cui il festival celebrerà un tributo al progetto di Josè Fabiani che ha avuto il merito di portare ad Assago grandi star della musica del calibro di Caetano Veloso, Gilberto Gil, Milton Nascimento, Sergio Mendes, Josè Feliciano, ma anche stelle della danza, come il tanguero Miguel Angel Zotto (22 giugno), e celebrità da telenovela convertite al pop come «El Puma» José Luis Rodriguez. Quest’anno la kermesse non si smentisce e cala gli assi all’interno di un programma che spazia dalla salsa al samba, dal reggae alla bachata. In testa, alcuni mostre sacri della musica brasiliana come il cantautore Joao Bosco (10 luglio), il funambolico Carlinhos Brown e la voce di Paula Morelenbaum (1 agosto), nota alla musica internazionale per i progetti al fianco del marito violoncellista Jacques con Caetano Veloso e il pianista giapponese Ryuichi Sakamoto. Da non perdere anche lo show di uno dei maggiori protagonisti del latin jazz made in Habana, vale a dire il portoricano newyorkese Eddie Palmieri, che lo hanno consacrato come uno dei geni musicali della salsa.

A luglio, il calendario annovera un programma fitto di nomi di nuove e vecchio generazioni, a cominciare dal reggae dei Los Pericos (4 luglio), al ritorno degli Inti Illimani Historico in un'eccezionale performance con Eva Ayllon (7 luglio), alla afro-peruviana Susana Baca (12 luglio), alla trova cubana di Pablo Milanes (15 luglio), all'hip-hop degli esplosivi Calle 13 (16 luglio), al rock alternativo dei messicani Molotov (17 luglio). (Per informazioni www.latinoameicando.it)

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