Ventimila detenuti polacchi costruiranno strade e stadi

I detenuti andranno al lavoro con veicoli speciali scortati da polizia e militari La ricompensa: una riduzione della pena

Per risolvere i problemi della costruzione di stadi, infrastrutture e soprattutto strade, la Polonia dei gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski, rispettivamente presidente della Repubblica e primo ministro, ha trovato l’idea vincente. L’assegnazione da parte dell’Uefa dell’organizzazione degli Europei 2012 al duo Polonia-Ucraina, che ha fatto versare lacrime amare al ministro Melandri, ha invece risvegliato lo spirito nazionalistico nei due Paesi dell’ex blocco comunista, facendo tornare il sorriso per la valanga di investimenti e di lavoro piombati su di loro. Milioni di euro che significano stadi, alberghi e strade da costruire entro il 2012, con Polonia e Ucraina però in grave ritardo sulla partenza dei lavori.
Manca la manodopera, hanno tuonato i sindacati polacchi, ma il grido di dolore è stato subito recepito dal numero due del servizio delle prigioni, Pawel Nasilowski che, in una conferenza dedicata alla riabilitazione dei carcerati polacchi, circa 80mila, ha lanciato l’idea, subito accettata dal governo Kaczyniski: «Utilizziamo i carcerati per far loro costruire strade e infrastrutture, così potranno riabilitarsi e rendersi utili alla comunità».
La proposta è stata seguita da un piano operativo, d’accordo col ministero dei Trasporti, che prevede l’utilizzo di 20mila detenuti (è stata fatta una selezione tenendo conto dell’età e della pericolosità sociale): usciranno dal carcere su appositi torpedoni scortati dalla polizia e dall’esercito; lavoreranno sulla strada loro assegnata controllati dai militari e, al termine dei lavori serali, rientreranno nel penitenziario loro assegnato.
Non solo lavoro, perché ai tanti carcerati che si sono proposti sarà anche assicurata una riduzione della residua pena da scontare, per ora non ancora quantificata, ma presumibilmente tra i sei mesi e un anno. Una forma di indulto che indulto all’italiana non è, ma che servirebbe a diminuire la troppo numerosa popolazione carceraria polacca con elementi che si sono comunque resi utili alla comunità e che la comunità ha ora la possibilità di recuperare socialmente.
«Ora tocca al governo», ha precisato il presidente della Federazione calcio polacca (alle prese con uno scandalo tipo il nostro Moggiopoli), Michael Listkiewicz, e il governo non ci ha messo molto a recepire l’appello. «Le strade polacche, sulle quali non è possibile andare oltre i 75/80 chilometri orari, saranno adeguate alla manifestazione», ha precisato il portavoce del premier. «E per questo faremo appello anche agli oltre 800mila polacchi emigrati all’estero perché, in occasione degli Europei 2012, facciano ritorno in patria per partecipare all’evento e, se è il caso, collaborare con noi».


In attesa degli aiuti dei connazionali all’estero, la Polonia per ora si accontenta della valanga di milioni in arrivo dall’Uefa e del sudore dei 20mila carcerati che, novelli schiavi dell’era moderna, costruiranno una serie di autostrade e superstrade (finora mancanti sul suolo polacco dove esistono solo «drogi», strade equiparate alle nostre statali, e «autostrady» per ora solo sulla carta) finalmente all’altezza.

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