Politica

Verdi in piazza: Cofferati deve sgombrare lo smog

I cittadini contro l’apertura della zona a traffico limitato: sia ripristinata la legalità ambientale. Gli ecologisti: si rischia un problema politico serio

Claudia B. Solimei

da Bologna

Questa volta in piazza contro il sindaco non sono scesi i soliti militanti della sinistra radicale e i professionisti della contestazione, ma oltre cinquecento cittadini, la maggior parte residenti nel centro storico di Bologna, tutti di sinistra, tutti elettori del Cinese e tutti con la stessa idea in testa: delusione per Sergio Cofferati. Famiglie con cane al seguito, giovani, anziani, le biciclette a chiudere il corteo, hanno sfilato ieri mattina in modo ordinato lungo la centrale via San Vitale fino a piazza Maggiore per ristabilire quella che hanno ribattezzato la «legalità ambientale», ironico riferimento al dogma del rispetto della legge da mesi invocato dall’ex numero uno della Cgil. Ovvero, per chiedere al primo cittadino di non sospendere al sabato la zona a traffico limitato del centro storico, in vigore da vent’anni, e di non accecare «Sirio», il sistema di telecontrollo degli accessi per le auto attivato soltanto due mesi fa e che da ieri e per ogni sabato, oltre alle due settimane prima di Natale, si spegnerà in virtù di un accordo per lo shopping siglato tra amministrazione comunale e commercianti.
La battaglia contro lo smog ha anche un pesante risvolto politico per la maggioranza: «Quella di Bologna - avverte Paolo Cento, deputato e coordinatore nazionale dei Verdi, ieri alla manifestazione - è una sfida nazionale sulla questione della tutela della salute dei cittadini. Vale anche per altri sindaci, da Veltroni a Chiamparino». E ancora: «La vicenda di Sirio è un piccolo ma decisivo emblema del rapporto dei Verdi con le altre forze del centrosinistra». E così si rischia la crisi: se il vigile elettronico rimarrà spento i Verdi, che lunedì presenteranno un ordine del giorno in Consiglio comunale, potrebbero uscire dalla maggioranza. «L’unica cosa certa - conclude Cento - è che se il nostro documento verrà bocciato si aprirà un problema politico molto serio». Con loro voterà di sicuro Rifondazione comunista: «La crisi dei commercianti non si risolve in questo modo - afferma il segretario provinciale Tiziano Loreti, anche lui in corteo -. La giunta faccia un passo indietro». Anche l’assessore di Rifondazione, che ha la delega al traffico e di proprio pugno ha firmato l’ordinanza contestata, non è convinto del suo stesso operato: «Non dico e non dirò mai che venire in centro in auto fa crescere gli affari - ha ammesso non senza imbarazzo incontrando in piazza i manifestanti che lo avevano chiamato con i megafoni -. La protesta è comprensibile perché Sirio ha un valore simbolico. Ma aspettiamo a vedere gli effetti pratici sul traffico».
Ma chi ieri è sceso in strada bloccando la circolazione per due ore, tra le proteste degli automobilisti, non sente ragioni: «Questa è una presa in giro, l’ordinanza deve essere ritirata» insiste Otello Ciavatti, portavoce di uno dei venti comitati di cittadini animatori della manifestazione. «Aria illegale? Sgomberiamola» recitava lo striscione dei Verdi facendo il verso alle ultime contestatissime decisioni del sindaco anche in materia di accoglienza. Alla fine, appesi sotto le finestre del Comune, man mano che la gente scemava, sono rimasti solo i cartelli e gli striscioni: «Sindaco, non tradire i cittadini».

Ma Cofferati, ieri, non era in città a leggerli.

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